La carrozzeria di WorldFirst è prodotta impiegando plastiche riciclate (PET proveniente da bottiglie), fibra di cellulosa (del tutto biodegradabile) e soprattutto fibra di carbonio riciclata. Vari test condotti in maniera indipendente hanno dimostrato che quest’ultima conserva almeno il 90% delle proprietà fisiche originarie. I vetri sono di un composto a base di amido, esclusivamente derivato dalle patate: oltre ad essere solido e resistente all’acqua, esso è biodegradabile al 100%. Dalla ricerca nel campo dei polimeri nasce invece il materiale interamente in fibra di carota di cui è realizzato il volante. La costruzione degli pneumatici ha a sua volta previsto l’eliminazione di un componente altamente nocivo (che si libera nell’ambiente in seguito allo sfregamento delle ruote sull’asfalto).
Nota ancora più eccezionale: il radiatore presenta un rivestimento catalitico che è in grado di ridurre fino all’80% dell’ozono presente nell’aria a livello del suolo. L’ozono che entra in contatto con tale copertura, infatti, viene da essa assorbito e decomposto liberando molecole di ossigeno.
Tutto questo è stato realizzato senza compromettere le prestazioni dell’auto, che sono assolutamente comparabili a quelle delle normali vetture da corsa della medesima categoria, a partire dalla massima velocità raggiungibile, che è pari a 250km/h.
Al momento tale auto non può partecipare a competizioni ufficiali, in quanto i regolamenti non ammettono l’impiego di biocarburanti, ma ciò potrebbe cambiare nel futuro.
E’ proprio in questo scenario che si inserisce l’attività di ricerca del WIMRC (Warwick Innovative Manufacturing Research Centre), ossia il nucleo di ingegneri venuto fuori dall’Università di Warwick e lanciatosi in questa sfida tecnologica. L’intento di tali giovanissimi ricercatori era per l’appunto quello di “porre il mondo al primo posto tramite una gestione efficace delle risorse del pianeta”. Essi applicano la loro ricerca nella progettazione, nello sviluppo tecnologico e nella gestione d’impresa a due settori: la salute e i veicoli (“intelligenti” ed ecologici).
Il settore dell’auto, del resto, va prestando sempre più attenzione alle tematiche ecologico-ambientali, in primo luogo per via delle nuove normative legate alla riduzione di emissioni inquinanti e di gas serra, ma anche grazie alla crescente sensibilità verso tale tematica da parte degli acquirenti. Era ora che fosse coinvolto in questa nuova visione anche il settore delle auto da corsa, le quali del resto sono emblema di spreco e inquinamento: nel giro di pochi minuti sono in grado di bruciare decine di litri di carburante, emettendo quantità spaventose di gas di scarico dannosi per l’ambiente, nonché liberare altre sostanze dannose tramite la consumazione del battistrada degli pneumatici. Per quanto appassionanti, le corse d’auto sono quanto di più lontano esista dal concetto di sport come svago sano e salutare.
Forse una nuova strada si sta aprendo anche in questo settore. Tutti alla linea di partenza!
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