“L’Europa deve smettere di spiegare quello che il resto del mondo potrebbe fare e concentrarsi invece su quello che l’Europa stessa deve fare, se vuole assumersi la responsabilità di guidare la lotta contro il cambiamento climatico - ha affermato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia. - Il punto di partenza dell’Europa deve essere il proprio obiettivo dichiarato di mantenere il riscaldamento globale al di sotto della media di 2°C (il limite massimo per evitare rischi inaccettabili), e di ridurre le emissioni dei Paesi industrializzati del 25-40 % entro il 2020 per rimanere entro un margine minimo di sicurezza”.
Per il WWF l’Europa deve ribadire in modo inequivocabile gli impegni già presi per ridurre le emissioni del 30% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, e impegnarsi a raggiungere questo obiettivo di riduzione entro i confini dell’Europa, fornendo un sostegno alle nazioni in via di sviluppo (attraverso i cosiddetti meccanismi flessibili) per avere i crediti per un’ulteriore riduzione del 15% del livello europeo di emissioni.
Per il WWF i soldi messi in campo sono la questione imprescindibile perché anche i Paesi in via di sviluppo possano ridurre sostanzialmente le proprie emissioni.
“Le iniziative sul mercato delle emissioni esistenti o proposte devono essere accompagnate da misure come gli standard di emissione per le centrali elettriche europee - continua Midolla. - In passato la California ha già iniziato a dimostrare l’efficacia di questo genere di misure nonostante l’ostilità del precedente governo americano, e ora gli Stati che intendono percorrere questa strada hanno ricevuto il via libera dalla nuova amministrazione”.
Dopo aver avuto per gli otto anni dell’amministrazione Bush un indubbio ruolo di leadership a livello europeo, l’Europa oggi si trova davanti alla scelta di stare al passo o rimanere irrimediabilmente indietro.
“Finanziamenti importanti devono essere sbloccati prima del 2013 e i finanziamenti per le misure di mitigazione devono essere in linea con il raggiungimento degli attuali target di riduzione delle emissioni - conclude Midolla. - Il WWF crede anche che il sistema delle Nazioni Unite debba assumere un ruolo centrale nell’elargizione dei fondi, questo perché in quella sede anche i Paesi in via di sviluppo possono dire la loro. Tali finanziamenti devono essere sostenibili, prevedibili e in aggiunta agli aiuti esistenti”.
28 Gennaio 2009 - Scrivi un commento