Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, e Francesco Panella, presidente di U.N.A.API, dopo l’incontro con le associazioni svoltosi al ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
In seguito alle crescenti denunce da parte degli apicoltori e di Legambiente di immense morie di api a causa di nuovi e micidiali insetticidi, il Mipaaf aveva, infatti, assunto l’impegno di monitorare il fenomeno e di assumere orientamenti conseguenti.
I nomi di queste sostanze sono ben noti: si tratta dei neonicotinoidi di nuova generazione della Bayer e della Syngenta, micidiali in particolare se utilizzati per conciare (impolverare) i semi del mais.
“I fenomeni verificatisi in campo in modo crescente e sempre più grave evidenziano l’inadeguatezza e l’inaffidabilità delle procedure di valutazione ambientale per l’uso di molecole chimiche immesse nell’ambiente a larghe mani - proseguono Cogliati Dezza e Panella -. Alcune Regioni hanno già chiesto la sospensione delle molecole incriminate ma non è stato redatto ancora alcun report d’insieme di tutte le informazioni pervenutegli dalle varie amministrazioni, né si è voluto prendere atto dell’evidenza scientifica che emerge dall’insieme delle rilevazioni di campo e dalle analisi di laboratorio effettuate. Confidiamo ora in un decisivo passo avanti”.
Grazie all’attività in campo degli apicoltori e dei servizi veterinari e agricoli delle regioni si sono raccolti elementi scientifici che inequivocabilmente indicano l’identikit con nome e cognome dei killer delle api e dell’ambiente.
Si è appurato che, oltre agli effetti insetticidi che perdurano nella linfa per tutta la vita della piante, con certezza in fase di semina tali molecole formano nubi tossiche di particelle sottili che provocano la morte di tutte le api che volano nei campi. Tali insetticidi sono stati sospesi in Francia a partire dal 1999 e in Germania e Slovenia nel 2008 nei 15 giorni successivi alla prima moria d’api verificatasi in campo.
“Chiediamo ai ministeri della salute e dell’agricoltura – concludono Cogliati Dezza e Panella – di tutelare l’interesse pubblico e di dimostrare autonomia rispetto agli interessi privati delle holdings della chimica”.
30 Luglio 2008 - Scrivi un commento