La loro mortalità è del 30-35% superiore al tasso naturale. Sul banco degli imputati si trovano pesticidi, parassiti e monocolture, ma anche lo stesso cambiamento climatico che, portando estati calde, indebolisce le colonie di api.
Nella primavera 2008 l’insetticida Cruiser, spruzzato su piante di mais, ha causato un tale massacro di api, oltre che un’intossicazione di uccelli, che Italia, Germania e Slovenia ne hanno sospeso l’omologazione. Il Cruiser, del marchio Syngenta, è però un leader mondiale dei pesticidi: la Francia ha quindi deciso di non rinunciarvi, e ne ha permesso l’utilizzo almeno fino al 2010. Allo stesso tempo, però, il governo francese eroga fondi per il sostegno della filiera del miele. Alcuni giornali lo accusano di schizofrenia.
In Europa le colonie di api si sono ridotte del 40% in meno di dieci anni. Scienziati ed entomologi sono d’accordo sul fatto che i 5.000 pesticidi in commercio ne siano una concausa fondamentale. Anche in Cina gli effetti dei prodotti chimici si fanno sentire; gli agricoltori del Sìchuan sono costretti a fertilizzare a mano i fiori dei loro peri, poiché l’uso incontrollato di pesticidi ha sterminato le api.
Vi sono però anche virus, batteri e parassiti che minacciano le api stesse, come il varroa, una specie di acaro contro il quale non esiste ancora un rimedio diffuso.
Inoltre, le api si nutrono di fiori di alberi che sono stati geneticamente modificati in maniera tale da produrre insetticidi propri. Così, oltre ad intossicarsi, le api propagano gli OGM.
Le api, instancabili viaggiatrici che trasportano pollini a chilometri di distanza, promuovono spesso l’ibridazione tra fiori diversi. Quindi dalla loro riduzione risulta anche un’ulteriore perdita di biodiversità delle piante. Ecco quindi un circolo vizioso, in cui la diminuzione delle api riduce la biodiversità vegetale, che a sua volta sottrae nutrimento alle api.
Se da un lato gli entomologi sono d’accordo sulla grande responsabilità dei pesticidi nell’erosione degli alveari, non vi è invece unanimità sulla soluzione da adottare. L’unico provvedimento condiviso è la riduzione dell’uso di pesticidi. E non solo nell’agricoltura, ma anche negli spazi verdi delle città, dove vengono spruzzate quantità enormi di sostanze chimiche.
L'ape è un animale molto sensibile alla qualità dell'ambiente in cui si muove, perché riesce a nutrirsi e a vivere solo dove la natura è sana. L’ape è la nostra sentinella e come diceva qualcuno “quando scomparirà, all’uomo non resteranno più di quattro anni da vivere”.
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