Api, sentinelle della biodiversità

La mortalità delle api è del 30-35% superiore al tasso naturale. Le cause di questa moria sono tante: pesticidi, parassiti, moocolture e cambiamento climatico. Dalla loro riduzione risulta anche un’ulteriore perdita di biodiversità delle piante. Proteggerle è quindi fondamentale sia per la sopravvivenza dei vari ecosistemi che per quella dell'essere umano.

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di Elisabeth Zoja

miele
Il miele è uno dei tanti prodotti generato dalle api
L’ottanta per cento delle specie vegetali per riprodursi dipende dall’impollinazione degli insetti. Quasi il 10% della produzione agricola mondiale dipende da questo servizio ecologico. Il suo valore monetario è stimato a 153 miliardi di euro. Ma da qualche anno il destino delle api si è fatto inquietante.

La loro mortalità è del 30-35% superiore al tasso naturale. Sul banco degli imputati si trovano pesticidi, parassiti e monocolture, ma anche lo stesso cambiamento climatico che, portando estati calde, indebolisce le colonie di api.

Nella primavera 2008 l’insetticida Cruiser, spruzzato su piante di mais, ha causato un tale massacro di api, oltre che un’intossicazione di uccelli, che Italia, Germania e Slovenia ne hanno sospeso l’omologazione. Il Cruiser, del marchio Syngenta, è però un leader mondiale dei pesticidi: la Francia ha quindi deciso di non rinunciarvi, e ne ha permesso l’utilizzo almeno fino al 2010. Allo stesso tempo, però, il governo francese eroga fondi per il sostegno della filiera del miele. Alcuni giornali lo accusano di schizofrenia.

In Europa le colonie di api si sono ridotte del 40% in meno di dieci anni. Scienziati ed entomologi sono d’accordo sul fatto che i 5.000 pesticidi in commercio ne siano una concausa fondamentale. Anche in Cina gli effetti dei prodotti chimici si fanno sentire; gli agricoltori del Sìchuan sono costretti a fertilizzare a mano i fiori dei loro peri, poiché l’uso incontrollato di pesticidi ha sterminato le api.

Vi sono però anche virus, batteri e parassiti che minacciano le api stesse, come il varroa, una specie di acaro contro il quale non esiste ancora un rimedio diffuso.

Inoltre, le api si nutrono di fiori di alberi che sono stati geneticamente modificati in maniera tale da produrre insetticidi propri. Così, oltre ad intossicarsi, le api propagano gli OGM.

miele estrazione
In Europa le colonie di api si sono ridotte del 40% in meno di dieci anni
Un’altra causa della loro moria è la diminuzione della varietà di colture che attirano. Si sono dunque adattate a nutrirsi con altre piante - come i cereali e le vigne - anch’esse piene di pesticidi.

Le api, instancabili viaggiatrici che trasportano pollini a chilometri di distanza, promuovono spesso l’ibridazione tra fiori diversi. Quindi dalla loro riduzione risulta anche un’ulteriore perdita di biodiversità delle piante. Ecco quindi un circolo vizioso, in cui la diminuzione delle api riduce la biodiversità vegetale, che a sua volta sottrae nutrimento alle api.

Se da un lato gli entomologi sono d’accordo sulla grande responsabilità dei pesticidi nell’erosione degli alveari, non vi è invece unanimità sulla soluzione da adottare. L’unico provvedimento condiviso è la riduzione dell’uso di pesticidi. E non solo nell’agricoltura, ma anche negli spazi verdi delle città, dove vengono spruzzate quantità enormi di sostanze chimiche.

L'ape è un animale molto sensibile alla qualità dell'ambiente in cui si muove, perché riesce a nutrirsi e a vivere solo dove la natura è sana. L’ape è la nostra sentinella e come diceva qualcuno “quando scomparirà, all’uomo non resteranno più di quattro anni da vivere”.

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23 Giugno 2009 - Scrivi un commento
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3 lettori hanno commentato questo articolo:
10/3/10 11:29, Giuseppe Caon ha scritto:
Le analisi e le rilevazioni effettuate dalle nell'ambito del progetto APENET hanno dimostrato che le api SONO MORTE PER AVVELENAMENTO da neonicotinoidi. Per verificare http://www.blogeko.it/2010/i-dati-di-apenet-dopo-la-sospensione-dei-pesticidi-neonicotinoidi-le-api-sono-tornate/ . Il grosso problema sono anche i trattamenti antiparassitari su altre specie agricole e con nuove molecole. E è in corso la verifica, già avvalorata dai primi esperimenti, che l'avvelenamento con dosi sub-letali provoca tanti danni quanti quelli con dosi massicce.
Per la diabrotica è stato dimostrato che basta la rotazione delle colture per ridurre al minimo l'infestazione. E il saldo costi/benefici è positivo, altamente positivo, SOLO per le industrie.
10/7/09 13:51, Stefano ha scritto:
"Inoltre, le api si nutrono di fiori di alberi che sono stati geneticamente modificati in maniera tale da produrre insetticidi propri. Così, oltre ad intossicarsi, le api propagano gli OGM"

Il polline non esprime le proteine Cry ("l'insetticida della pianta") per cui le api non si intossicano raccogliendo il polline, sul fatto che diffondano gli OGM potete stare tranquilli, i maiscoltori sanno bene che non è economicamente conveniente ripiantare le sementi ottenute dal raccolto, meglio ricomprarle, soprattutto se come molte varietà moderne sono ibride.
Comunque in Italia non si coltivano OGM e le api muoiono lo stesso, allora abbiamo smesso di usare i neonicotinoidi, risultato? le api continuano a morire, in compenso abbiamo favorito la crescita della popolazione di diabrotica (in fondo sono essri viventi anche loro, no? poco importa che causino danni da decine di milioni di euro)
25/6/09 08:49, Gianni Ellena ha scritto:
Che dire poi delle onde elettromagnetiche emesse dalle antenne HAARP dell'Alaska, che si propagano tramite l'uso delle scie chimiche? Le api usano il magnetismo terrestre per orizzontarsi. Non credo sia illogico pensare che anche queste possano interferire con il modo di orientarsi delle api, sconcertandole e condannandole a vagare senza speranza di tornare all'alveare, per cui chissà qual è la percentuale di api che muore di sfinimento... occorrerebbe indagare anche in questa direzione.
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