Dopo qualche minuto, sono state accompagnate su una spiaggia dalla quale si sono slanciate verso l'oceano, verso il loro destino.
Sulla via del ritorno, abbiamo incontrato una tartaruga che stava cercando il luogo per depositare le uova. E’ la seconda volta che accade in pochi giorni, e questo mi sembra veramente un regalo della Realtà. Poter assistere all'esperienza magica di questo deposito delle uova subito dopo averne viste alcune schiudersi e nascere al termine della loro incubazione ha per me veramente dell'incredibile. Nello stesso modo, è estremamente affascinante vedere come, al termine del suo “lavoro”, la tartaruga si sia avvicinata al mare muovendosi con estrema fatica e con estrema lentezza a causa del peso del suo corpo ma, non appena trovata l'acqua, in pochi istanti sia letteralmente schizzata verso l'orizzonte, in una scena che mi ha ricordato i film di fantascienza di Star Trek quando l'Enterprise all'improvviso accelera ad ipervelocità e scompare.
Tornando verso il nostro bungalow, abbiamo notato una strana forma sulla barriera corallina, dove la marea si era appena ritirata, che assomiglia ad una tartaruga. Bene, questa mattina il cadavere in decomposizione di una tartaruga è stato portato dalle onde fino a riva. Ed ecco che, nell'arco di poche ore, tutta la sequenza della vita in esseri che possono vivere molto più di un secolo è scorsa davanti ai miei occhi.
Inevitabile riferimento a questo viaggio, del resto, giunto ormai alle sue ultime fasi prima di "morire" con il ritorno; ma, ancor di più, alla mia stessa vita ed a quella di ogni essere vivente che, veramente nello spazio di un battere d'ali, come direbbe il poeta, vola dal concepimento alla morte per poi essere nutrimento per altri esseri in un ciclo eterno.
Il corpo della tartaruga è stato infatti trasportato al largo dai guardiani del parco marino, perché serva di nutrimento per altri animali, esattamente come le sostanze che costituiscono il corpo che attualmente abitiamo ritorneranno a far parte del ciclo vitale con la nostra morte, e quindi a nutrire altre forme di vita che abitano questo pianeta; i pensieri, le emozioni, lo psichismo che utilizziamo torneranno anch’essi a far parte di quello che C. Jung ha definito l'inconscio collettivo, quindi ad alimentare a loro volta altre successive forme pensiero.
Solo la nostra essenza, lo Spirito, la Coscienza rimarrà al termine di questo viaggio terreno, pronta a nuove affascinanti avventure.
È dopo un momento di dispiacere nel vedere la tartaruga morta galleggiare, una vocina interna mi ha ricordato che quella che per i miei occhi era una vita che si era spenta per altre vite era una fonte di nutrimento che permetteva di crescere e sopravvivere: il ciclo continua, viaggi si concludono perché altri possano iniziare…
3 Aprile 2008 - Scrivi un commento