La lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura, costituisce un resoconto dettagliato circa lo stato globale delle specie animali e vegetali.
La relazione, stilata ogni quattro anni, rivela che le specie estinte negli ultimi 500 anni sono 869 (nel 2004 erano 784) mentre 17000 sono quelle a rischio.
290, in particolare, sono gravemente minacciate dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento.
Il rapporto prende in considerazione soltanto il 2,7% degli 1,8 milioni di specie descritte, “un numero che fornisce una sottostima, ma offre un utile quadro di ciò che sta succedendo a tutte le forme di vita sulla Terra”.
Proprio gli abitanti di mari e oceani, infatti, rappresentano le specie più a rischio.
In Europa, per esempio, ad essere minacciato è il 38% di tutti i pesci, mentre in Africa orientale il 28%. Pesca eccessiva, cambiamenti climatici, specie invasive, sviluppo costiero e inquinamento stanno determinando un’irreversibile perdita di una grande quantità di specie marine. Almeno il 17% delle 1.045 specie di squali, il 12,4% di cernie e 6 tartarughe marine su 7 potrebbero estinguersi; il 27% delle 845 specie di coralli sono a rischio, il 20% è minacciato da vicino e per il 17% deve esser valutato.
Il rapporto dell’Iucn mostra, inoltre, che – a causa della distruzione degli habitat, attraverso agricoltura, disboscamento e sviluppo – sono a rischio di estinzione quasi un terzo degli anfibi, oltre una specie di uccelli su otto e quasi un quarto dei mammiferi. Questi ultimi, in particolare, sono minacciati da caccia e disboscamento, soprattutto in quelle zone, come l’Asia, dove la deforestazione sembra inarrestabile.
Secondo il presidente dell’Iucn species survival commission, Simon Stuart, “se non affrontiamo le cause di insostenibilità del nostro Pianeta, i nobili obiettivi dei governi per ridurre il tasso di estinzione non contano nulla”.
“È il momento di riconoscere che la natura è la più grande società di lavoro sulla Terra, a vantaggio del 100% di tutta l’umanità”, ha dichiarato invece vicedirettore del Programma specie dell’Iucn, Jean-Christophe Vié, secondo il quale i governi dovrebbero preoccuparsi non soltanto della salvaguardia dell’economia ma anche,e forse in misura maggiore, di quella dell’ambiente.
“Si può perdere un nucleo industriale, ma è possibile ricostruirlo. In natura, se si perde una specie, è impossibile sostituirla”.
Terra il Pianeta Prezioso
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La Terra Condivisa
La terra ospita attualmente quasi due milioni di specie viventi che interagiscono costantemente fra loro... Continua... |