Nel corso di questo mese la situazione non sembra abbia avuto netti miglioramenti. Obama ha dichiarato lo stato d'emergenza e la Bp, la società britannica principale responsabile dell'incidente, che in tempi non sospetti aveva affermato che era improbabile che si verificasse una catastrofe del genere, ha cercato di tamponare il problema in un primo momento chiedendo suggerimenti tra i cittadini, poi negando qualsiasi spedizione di monitoraggio sul luogo dell'accaduto e infine tamponando una delle tre falle sul fondale del Golfo del Messico, la più piccola delle tre. Tuttavia, non ci sono ancora informazioni definitive sugli esiti e la stessa Bp non si sbilancia.
Intanto anche le coste dell'Alabama sono state raggiunte dal petrolio. Il ministro della giustizia americano Eric Holder ha affermato: "se troveremo prove di comportamenti illegali, la nostra risposta sarà forte", sulla stessa scia Obama: "porteremo in tribunale i responsabili del disastro se sono state violate le leggi". "Faremo in modo che la Bp mantenga le sue promesse, e che debba rispondere di quanto accaduto", ribadendo appunto che la Bp sarà responsabile di tutte le perdite provocate.
Proprio qualche giorno fa, Doug Suttles, uno dei dirigenti della multinazionale britannica, durante una conferenza stampa a Port Fourchon in Louisiana, ha dichiarato pubblicamente le prossime mosse che la Bp intende compiere. Dopo avere reciso il braccio mobile del pozzo, la Bp intende piazzare una sorta di tappo con cannuccia (per portare il greggio su un nave in superficie) sul “Blowout Preventer” (Bop), la supervalvola del pozzo, secondo alcuni esperti difettosa sin dall'inizio. Operazione ribattezzata dalla stampa americana con “Cut and Cup”, cioè taglia e tappa.
Anche il regista americano James Cameron si è offerto come consulente in qualità di esperto dei fondali marini e anche come proprietario di una flotta di mini sommergibili, robot radiocomandati e un sistema all’avanguardia per le riprese cinematografiche subacquee da 400milioni di dollari. I vertici della compagnia petrolifera che hanno rifiutato l'aiuto sono stati definiti “imbecilli” da Cameron.
Per cercare di quantificare il danno prodotto da questa fuoriuscita di petrolio l'Istituto di ricerche dell'Acquario di Monterey (Mbari) in accordo con il dipartimento Usa per gli oceani e l'atmosfera (Noaa) ha mandato in esplorazione un sommergibile nelle acque inquinate del Golfo del Messico con lo scopo di ottenere informazioni sul petrolio che fuoriesce dal punto perforato della piattaforma Deepwater Horizon. Il robot inviato può misurare le caratteristiche fisiche dell'acqua, come temperatura, salinità e concentrazione di ossigeno, nonché registrare elementi come la clorofilla contenuta nelle microscopiche alghe di profondità o le quantità di inquinanti, come il petrolio, che si trovano in una particolare zona. Raggiungendo una profondità operativa di 1.500 metri può monitorare da vicino il punto da dove fuoriesce il petrolio che sta inquinando il Golfo del Messico, ed essere così d'aiuto per definire portata e caratteristiche del disastro.
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