Se parte della battaglia si svolge sul fronte legale e normativo, un’altra avviene proprio sul campo. La difesa del territorio ha investito la maggior parte degli agricoltori che di Ogm non vogliono sentire parlare, mentre dall’altra si trova un gruppo meno numeroso di contadini che sostengono l’introduzione di Ogm.
In Friuli, infatti, non è servito il decreto interministeriale - firmato poche settimane fa dai Ministri all’Agricoltura (l’ex ministro Luca Zaia), all’Ambiente e alla Salute - che ha stabilito il divieto di coltivazione di Ogm in Italia e non sono bastati neanche i consigli del nuovo Ministro all’Agricoltura Galan, che considera il gesto intempestivo e azzardato, a far demordere i contadini che sostengono di voler seminare oggi gli Ogm.
Tuttavia, il tema della coltivazione degli Ogm non è legato esclusivamente all’hinc et nunc, ma alla necessità di guardare con lungimiranza alla gestione di questa materia. Il nostro sistema agricolo e la struttura delle nostre aziende non è pensata per sopportare la produzione di Ogm. Le aziende italiane sono molto piccole e non hanno di certo le grandi dimensioni di quelle d’oltre oceano. In Argentina si può arrivare a coltivare anche 100 ettari di superficie agricola a soia Ogm. L’agricoltura italiana, invece, è parcellizzata e molto diversificata e sicuramente non segue modelli di produzione estensivi e intensivi.
La ricchezza, la diversità e la qualità delle produzioni sono i valori aggiunti delle nostre produzioni e ci permettono di posizionarci sui mercati sia nazionali che stranieri. Dunque, l’introduzione degli Ogm in Italia sarebbe svantaggiosa anche dal punto di vista economico, oltre che ambientale.
Oggi una task force di 50 associazioni lo ricorda e si mobilita per difendere non solo i territori friulani dalla possibile messa a dimora di piante Ogm, ma anche per tutelare i diritti della maggior parte dei contadini che gli Ogm non li vogliono.
Anche per questo motivo, nel corso delle ultime ore, l’assessore alle risorse agricole del Friuli ha ribadito che gli agricoltori che decidessero di piantare Ogm incorrerebbero in pesanti sanzionai penali. Al di là di un atto dimostrativo, l’apertura agli Ogm sarebbe una scelta non soltanto e semplicemente intempestiva, bensì irreversibile.
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