Le isole, che si trovano a 600 miglia dalla costa, stanno fronteggiando diversi problemi contemporaneamente. Ci sono le orde di turisti, quadruplicati dal 1990 e più che raddoppiati dal 2005, il conseguente inquinamento ambientale e l’introduzione di flora e fauna invasive quali capre, ratti, cani e bestiame. Secondo il giornale scientifico “Global Change Biology”, inoltre, un quinto delle 43 specie marine delle Galapagos in pericolo sarebbero già estinte.
Ricerche condotte dalla “Charles Darwin Foundation” di Santa Cruz, la più popolosa delle isole, hanno mostrato che le specie di piante “importate” (748) sono ora più numerose di quelle locali (circa 500). Oltre 500 tipi di insetti sono stati introdotti, perlopiù inavvertitamente, dalle navi cariche di turisti, cibo e carburanti che ogni giorno giungono presso le isole. Navi che, secondo un recente rapporto di gruppi che si occupano della conservazione dell’arcipelago, raramente trattano le loro acque di scarto prima di rilasciarle in mare.
I piccoli villaggi si sono trasformati velocemente in dinamiche città, ed ora a Puerto Ayora di Santa Cruz si possono trovare oltre moltissimi ristoranti, negozi, bar e nightclub, mentre hotel ed ostelli sono costantemente pieni nella maggior parte dei casi. Anche a livello di infrastrutture, di conseguenza, iniziano ad esserci dei problemi. Le scuole sono 29 e tre gli aeroporti, presso i quali i voli commerciali sono aumentati del 193% dal 2001 al 2006. Parlando di autoveicoli, invece, il loro numero nella sola Santa Cruz è passato da 28 nel 1980 a 1.276 nel 2006, uccidendo sulle strade, secondo la “Charles Darwin Foundation”, oltre novemila uccelli all’anno tra il 2004 e il 2006.
Tutto ciò non è passato inosservato, tanto che anche l’Unesco, l’organo delle Nazioni Unite che regola i luoghi ritenuti patrimonio dell’umanità, ha messo le isole sulla sua lista delle zone in pericolo. Anche il presidente Rafael Correa, dalla capitale Quito, ha cercato dal gennaio 2007 di prendere misure per ridurre l’afflusso di abitanti verso l’arcipelago (che ha portato finora al “rimpatrio” di mille persone), in modo da provare a preservare un patrimonio di tale bellezza e, soprattutto, di tale importanza.
Si sta anche facendo in modo di aumentare costi e tasse per i vacanzieri, in modo da ridurne il numero. Ma ciò sta ovviamente creando non poche proteste da parte di ristoratori ed albergatori.
Speriamo che, in un modo o nell’altro, le Galapagos possano davvero essere salvate dalla macchina divoratrice dello “sviluppo” e del turismo di massa, perché per altre zone dell’Ecuador è invece già troppo tardi. I passati regimi militari hanno infatti permesso ad aziende petrolifere americane di rovinare irreparabilmente vaste aree della foresta amazzonica con le loro trivellazioni. Ora il presidente Correa sta premendo per ricevere compensazioni da 350 milioni di dollari da parte delle nazioni sviluppate (magari provenienti dai super-fondi di cui ha parlato in questi giorni la signora Clinton a Copenhagen), per aiutare l’Ecuador a mantenere il petrolio sotto terra.
Nonostante le altisonanti dichiarazioni, però, suona parecchio improbabile che l’America ed il resto del mondo “sviluppato” sia disposto a difendere le esigenze di Pachamama rispetto a quelle delle compagnie petrolifere. Solo la Germania fino ad ora è sembrata favorevole all’accordo proposto dal presidente ecuadoriano, il quale ha probabilmente più nelle sue mani, che non in quelle della comunità internazionale, il destino di un patrimonio prezioso per tutta l’umanità. Destino che, però, sta anche nelle mani (e nel rispetto) delle orde di turisti che ogni anno di più si vogliono riversare sull’arcipelago pacifico. Anche se ciò non fa ben sperare, dato che sembrano in tanti quelli che preferiscono le discoteche alle bellezze naturali intatte.
Il Viaggiatore Responsabile
una guida indispensabile al viaggio e alla conoscenza di dodici paesi in tre continenti come davvero non... Continua... |
Siamo Andate dove il Tempo si è Fermato
Oggi è ancora possibile essere dei viaggiatori? ossia spostarsi per il mondo, fuori dalle rotte turistiche,... Continua... |
Birmania - Oltre la Repressione
La birmania è una realtà appassionante che ingloba dentro il suo mistero realtà economiche, culturali,... Continua... |
La fonte di questo articolo la potete trovare qui:
http://www.independent.co.uk/news/world/americas/will-galapagos-become-the-pacifics-ibiza-1839311.html
Riguardandola ora velocemente, credo di essere caduto in un "semplice" quanto imbarazzante (almeno per uno come me che ha speso alcuni anni fra USA e UK) errore di traduzione.
Ho tradotto 20.000 "locals" come locali, nel senso di pub e ristoranti, mentre l'articolo intende persone locali, quando dice "Small villages have developed into buzzing towns. Nearly 20,000 locals dwell in Puerto Ayora on Santa Cruz. Here, visitors find many restaurants, shops, bars and nightclubs – most of them on Charles Darwin Avenue. Hotels and hostels are also plentiful."
Non ci avevo fatto caso nemmeno rileggendo il pezzo!
Mi scuso per il grossolano errore e mi complimento con i lettori di Terranauta per la loro capacità di osservazione! C'è bisogno di persone così attente! Magari lo facessero tutti gli italiani guardando un tg.
Scusate anche il ritardo nel rispondervi.
Grazie e a presto,
Andrea Bertaglio