Non attaccarti alla bottiglia: acqua australiana e consumo critico

Cittadina australiana non lontana da Sidney, Bundanoon, ha di recente messo al bando le bottiglie d’acqua. “L'industria delle bevande realizza enormi profitti vendendo qualcosa che si può avere gratis”: a livello locale, però, ciascuno di noi può fare la differenza. Dall’Australia, dunque, un importante esempio di consumo critico.

di Andrea Boretti

A seguire i comuni di New York e San Francisco, che hanno vietato l’acqua in bottiglia negli edifici del comune, è la cittadina di Bundanoon, piccolo centro di 2500 abitanti a circa 150 km da Sydney.

L’iniziativa si inserisce così, a diritto, in quella serie di azioni volte a stimolare il consumo critico. L’importanza di questo tipo di decisioni si fa sempre più importante se consideriamo che di recente è stato “celebrato” l’Overshoot day, il giorno dell’anno in cui tutte le risorse rinnovabili del pianeta sono state utilizzate.

In meno di 10 mesi l’umanità ha quindi bruciato quanto il pianeta può produrre in un anno.

I produttori di acqua minerale in bottiglia, in questo senso, hanno una certa responsabilità. Se pensiamo che per produrre un chilo di Pet, la plastica comunemente utilizzata per l’acqua, sono necessari due chili di petrolio e 17 chili di acqua, ci rendiamo conto dell’impatto inquinante di questo tipo di industria e forse anche del "non-sense" che l'accompagna.

Le ragioni per appoggiare la scelta della cittadina australiana non finiscono però qui. Dice Huw Kingstone, portavoce della campagna ecologista di Bundanoon: “Mentre i leader politici combattono con i problemi del cambiamento climatico, non dimentichiamo che ciascuno di noi può fare la differenza a livello locale. L'industria delle bevande realizza enormi profitti vendendo qualcosa che si può avere gratis”.

Preso atto del fatto che l'acqua del rubinetto, quando non è gestita da privati, ha un costo decisamente inferiore rispetto a quella in bottiglia, il concetto importante rimane che: ciascuno di noi può fare la differenza. Un concetto semplice ma importante, soprattutto in Australia e soprattutto se rivolto alla tematica “acqua”.

Da anni il problema della carenza di risorse idriche e della siccità è infatti particolarmente sentito nel paese dei canguri. Gli allevatori denunciano di stagione in stagione la mancanza d'acqua per i pascoli, mentre in giro per il paese non esiste bagno o fontanella in cui non si spendano cartelli e campagne affinché venga fatto un uso moderato del prezioso liquido.

Gli Australiani, un po' per virtù e un po' per necessità, sono quindi particolarmente sensibili alla tematica. In Italia le cose sono decisamente diverse. Gli italiani bevono circa 170 litri di acqua in bottiglia ogni anno, e questo nonostante diverse ricerche (tra cui quella di Altro consumo di questo mese) dimostrino come quella del rubinetto non abbia niente da invidiare alla più cara sorella del supermercato, anzi.

1 Ottobre 2009 - Scrivi un commento