Diversamente dalla fine del secolo scorso però, esistono diverse alternative alla lampadina a incandescenza. Una è la lampada alogena, simile a quella a incandescenza da cui si differenzia però per via dell’aggiunta di altre sostanze oltre al tungsteno, come iodio, kripton o xeno (molto usato nelle lampade dei fari delle automobili); in questo modo sia il calore sprigionato che la luce emessa aumentano notevolmente e, soprattutto, diminuisce di circa il 20% la dispersione di energia e aumenta la durata della lampada: dalle 1000 ore di quella a incandescenza si passa a una vita media che può andare dalle 2000 alle 6000 ore.
Il terzo modello è la lampada fluorescente, un particolare tipo di lampada a scarica, così chiamata perché la luminosità è generata dalla reazione di un gas immesso nel bulbo della lampada con una scarica di corrente elettrica. Di questa categoria fanno parte quelle che comunemente vengono chiamate lampade al neon, anche se la sostanza che viene utilizzata nella maggior parte delle lampade a fluorescenza non è il neon bensì il mercurio, unitamente a piccole quantità di gas nobili.
Questo tipo di lampade ha un ciclo di vita che può arrivare fino alle 15000 ore, sensibilmente più lungo di quello dei modelli di più vecchia concezione.
Una proposta analoga era stato presentata e approvata presso la Commissione Bilancio della Camera nel 2007 dal gruppo dei Verdi.
Neanche questo provvedimento apparentemente – è proprio il caso di dirlo – illuminato, è tuttavia esente da critiche. Una delle maggiori è costituita dagli interrogativi che vengono posti in merito all’ampio ricorso al mercurio, massicciamente presente nella tecnologia delle lampade fluorescenti, che necessita di uno smaltimento differenziato; le lampade fluorescenti esaurite infatti non potranno essere cestinate come si fa con quelle tradizionali, ma dovranno essere riconsegnate ai negozi e ai centri di smaltimento. Un altro problema del sistema “a scarica” è quello della qualità della luce, spesso intermittente, irregolare e fortemente influenzata dalla temperatura dell’ambiente.
Fra i sicuri effetti positivi del provvedimento si può invece elencare il notevole risparmio in termini energetici – pari a circa 40 terawatt l’ora, è stato calcolato – e l’abbattimento dell’inquinamento ambientale, dal momento che l’emissione di CO2 si ridurrebbe di circa 15 tonnellate l’anno.
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Il link è il seguente, per chi voglia approfondire:
http://avvertenze.aduc.it/lapulce/della+serie+non+tutt+oro+quel+che+riluce+ovvero_15765.php
Se quanto riportato è vero, c'è un pò da preoccuparsi..
Quasi quasi torno al romanticismo delle candele!