Greenpeace

Classifica lampadine: Essenlunga sale dall’ultimo al secondo posto

Nuova vittoria della campagna “Al bando le incandescenti” di Greenpeace: Esselunga mantiene l’impegno di mandare in pensione tutte le lampadine incandescenti in anticipo di tre anni rispetto alla scadenza fissata dal bando europeo, e balza dall’ultimo al secondo posto nella classifica “scelte illuminate” di Greenpeace.

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lampadina
Esselunga mantiene l’impegno di mandare in pensione tutte le lampadine incandescenti in anticipo
A settembre i volontari di Greenpeace hanno controllato circa quaranta supermercati Esselunga a Bergamo, Bologna, Firenze, Genova, Torino, Voghera, Milano e nell’hinterland milanese. A parte alcuni fondi di magazzino in esaurimento, solamente in un supermercato a Torino sono state riscontrate lampadine incandescenti con wattaggi da 25 a 100 Watt ancora in vendita sugli scaffali.

“Siamo soddisfatti che Esselunga abbia mantenuto le promesse fatte la scorsa estate”, commenta Francesco Tedesco, responsabile della Campagna Energia e Clima. “I nostri volontari verificheranno ora anche l’impegno di Coop, che aveva annunciato di eliminare le lampadine a incandescenza entro le fine dell’anno”.

Mentre alcune importanti catene della grande distribuzione in Italia hanno già preso impegni concreti, ci sono ancora alcuni operatori che spiccano per negligenza. Agli ultimi posti della classifica ‘Scelte Illuminate’ si piazzano Conad, Despar, Finiper E Carrefour, che vince la maglia nera, per la quantità di lampadine sprecone vendute.

La messa al bando delle lampadine incandescenti in Italia permetterà di ridurre i consumi elettrici degli italiani di 5,6 TWh, pari a un beneficio economico per le famiglie di circa un miliardo di euro l’anno, e un abbattimento di emissioni di CO2 di circa 3 milioni di tonnellate. Il rapporto “La rivoluzione dell’efficienza” commissionato da Greenpeace al gruppo eERG del Politecnico di Milano, mostra che in Italia attraverso misure di efficienza energetica si potrebbero tagliare 100 miliardi di kWh entro il 2020, quasi un terzo degli attuali consumi del Paese.

“L’efficienza energetica è un chiaro esempio di come si può far bene al clima e alle tasche dei consumatori in tempi di crisi economica”, spiega Tedesco. “Il governo italiano sta tuttavia puntando su nucleare e carbone, tutto il contrario di quello che servirebbe per centrare gli obiettivi europei al 2020. Invece che un risparmio per le famiglie, un danno: saranno infatti gli italiani a pagare le sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi e i costi del nucleare, ben maggiori di quanto dichiari l’Enel”.

15 Ottobre 2009 - Scrivi un commento
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