Ma come spesso accade anche i più brutti, prima o poi, si prendono la loro rivincita. Infatti, se questi animali fino ad oggi hanno ottenuto meno attenzione e meno soldi rispetto ad altri, adesso da ultimi sono diventati i primi della lista delle specie a rischio.
Gli esperti dell’US Fish and Wildlife Service, che coordinano i programmi di protezione di fauna e flora negli Stati Uniti, assicurano che ormai i fondi vengono distribuiti in base al maggior rischio di estinzione di alcune specie.
È pur vero che, in alto nelle lista troviamo sempre salmoni, trote, tartarughe marine, aquile, orsi, un solo insetto e nessuna pianta.
Quando 35 anni fa sono state compilate le liste delle specie a rischio diversi sono stati i principi utilizzati in base ai quali salvare gli animali: la bellezza, la bontà delle carni e il valore economico. Questo dice tutto sull’importanza effettiva data al problema dell’estinzione. Ecco il motivo per cui orsi, lupi, aquile e pellicani da un lato, e animali dalla carne pregiata come i salmoni dall’altro, hanno avuto la meglio grazie alle logiche “umane” di mercato che non risparmiano nessuno.
Ad esempio, salvaguardare le piante significa proteggere molte altre specie animali perché la scomparsa di un solo elemento nell’ecosistema interrompe un equilibrio delicato. Per salvare il famoso panda, simbolo, per eccellenza, della connessione tra regno vegetale e animale, si sono dovute salvare le foreste di bambù. Purtroppo solo a volte i piani di finanziamento per la salvaguardia dell’estinzione di una specie a rischio tengono conto di queste catene.
Comunque secondo i ricercatori americani, sebbene piccoli, i cambiamenti cominciano a farsi vedere. Molluschi, vermi e invertebrati, i migliori indicatori dei disastri dovuti al cambiamento climatico, stanno ricevendo molta più attenzione.
Ma la speranza è l’ultima a morire anche per i brutti: "a confermare la tendenza di un'attenzione maggiore verso specie meno conosciute e "simpatiche" - dice Genovesi - ci sono numerosi studi sui finanziamenti dei progetti di salvaguardia.
Non si deve sottovalutare infatti che non sono soltanto gli animali brutti ad essere negletti, ma anche i Paesi o le regioni più povere, per cui se Australia, America del Nord ed Europa possono impegnarsi per salvare le loro specie, non succede altrettanto nei Paesi poveri.
In ogni caso, a livello europeo negli ultimi anni le direttive sono state quanto mai chiare: bisogna lavorare di più sulle specie a maggiore rischio, non su quelle più belle".
Terra il Pianeta Prezioso
Inquinamento, deforestazione, mutamenti climatici, animali in via di estinzione... proteggere la terra non... Continua... |
Animali dei Campi
Diventa ogni giorno più difficile vivere sulla terra, non solo per l'uomo, ma anche per gli animali e le... Continua... |