Donne e uomini di tutto il mondo li considerano indispensabili per la cura dell'aspetto esteriore. Ma davvero i cosmetici sono nostri alleati o, al contrario, possono rappresentare dei nemici per la nostra pelle? Come scegliere il prodotto giusto?
Negli ultimi tempi molti consumatori hanno orientato i loro acquisti verso cosmetici naturali, considerandoli garanti di un maggior rispetto verso la pelle.
Conferma di questa tendenza è la propensione all’acquisto di piccole industrie biologiche da parte di grandi compagnie come la L’Oreal.
La società Organic Exchange, inoltre, ha stimato una crescita annua del settore della cosmesi naturale pari al +15-20%, a fronte di un -2% della cosmetica ufficiale.
Come si riconosce, però, un cosmetico biologico?
Al momento, in assenza di normativa in merito, si può aderire a un codice di autoregolamentazione, su base volontaria, e adottare un marchio per la produzione di cosmetici bio ecologici: Icea in Italia, Ecocert in Francia, Soil in Inghilterra, Bdih in Germania e molti altri enti e associazioni di industrie. Ovvie, dunque, le difficoltà di comprensione per chi desidera fare un acquisto biologico e naturale nei negozi europei.
Cosmos, di fatto, stabilisce in Europa le caratteristiche dei cosmetici naturali.
Per ottenere la certificazione, requisito fondamentale è l’applicazione dei principi della chimica verde, mentre l’utilizzo della nanotecnologia viene severamente limitato, almeno fino a quando saranno disponibili informazioni più precise sui possibili effetti collaterali.
I nuovi rigorosi standard europei prevedono due livelli distinti di certificazione: una per il prodotto biologico, una per il prodotto naturale.
Alessandro Spadoni, responsabile dell’area bio-ecocosmetica di Icea, spiega che i bio-ecocosmetici (rivolti al crescente numero di consumatori interessati ai prodotti bio-ecologici) sono prodotti di bellezza in grado di procurare benefici sia a chi li usa sia all’ambiente, dal momento che vengono realizzati con processi il più possibile ecologici.
A tal proposito, Riccardo Anouchinsky, responsabile delle relazioni internazionali Icea, ha aggiunto “Un punto di grande significato è l’inserimento di criteri, materiali e metodi che possiamo definire di chimica verde. Importanti sia per la natura del prodotto, che per la ricaduta sull’ambiente del processo produttivo. C’è anche uno sforzo di definire i criteri per un packaging rispettoso dell’ambiente, e una sezione specifica di environmental management".
12 Aprile 2009 - Scrivi un commento