Greenpeace, Legambiente e WWF, che oggi hanno rinunciato a manifestare con un sit-in di fronte al Senato per rispetto delle popolazioni colpite dal terremoto, ricordano che il carbone è tra i combustibili fossili quello che presenta le maggiori emissioni di anidride carbonica, ed è quindi maggiormente responsabile del riscaldamento climatico globale.
La conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle, nel bel mezzo di un parco naturale patrimonio dell’Umanità per l’UNESCO infatti, comporterà impatti devastanti per il delicato ambiente del Delta del Po, come il passaggio di 3000 chiatte all’anno per portare il carbone all’impianto. La riconversione del nuovo impianto inoltre, aggiungerà 10 milioni di tonnellate di CO2 ai ritardi dell’Italia rispetto agli obblighi di riduzione previsti dal Protocollo di Kyoto.
“Le 12 centrali a carbone attive in Italia hanno prodotto nel 2007 il 14% del totale dell’energia elettrica a fronte di un’emissione del 30% dell’anidride carbonica emessa per la produzione complessiva di elettricità – hanno ricordato le associazioni ambientaliste -. Ma ormai è evidente a tutti che questo governo, con le sue scelte retrograde e antitetiche a quelle ben più lungimiranti dei paesi più avanzati, ha deciso di condannare gli italiani a pagare le sanzioni previste dagli accordi internazionali che, vale la pena ricordarlo, sono vincolanti e non un atto volontario e simbolico”.
Anche avvalendosi delle migliori tecnologie, infatti, gli impianti a carbone hanno emissioni più che doppie rispetto a quelle di un ciclo combinato a gas. Per ogni kWh di energia elettrica prodotta da carbone si emettono oltre 770 gCO2 contro i 365 di un ciclo combinato a gas.
8 Aprile 2009 - Scrivi un commento