Avevo già fatto tre film sui temi della biodiversità e tutte le volte, nel corso delle mie ricerche mi ero imbattuta nella Monsanto. Chiaramente avevo già sentito parlare di Monsanto, perché mi ero già interessata agli OGM e alle biotecnologie anche se in maniera superficiale. Ad un certo punto mi sono detta che occorreva indagare approfonditamente su Monsanto: la multinazionale leader mondiale nel settore delle biotecnologie e nella produzione di organismi geneticamente modificati il cui scopo principale è quello di impossessarsi di tutte le sementi del mondo.
Come è cominciato il progetto?
Ho cominciato facendo ricerche in rete. La prima cosa che ho fatto è stata digitare sul motore di ricercala parola “Monsanto”: ho riscontrato 7 milioni di occorrenze. Successivamente ho digitato “Monsanto inquinamento”, “Monsanto corruzione” e via dicendo: tutto era già su internet, centinaia di articoli parlavano della multinazionale, la storia era già praticamente tutta lì. È così che è cominciata: ho fatto ricerche in rete per quattro mesi e più andavo avanti più comprendevo quanto la storia di Monsanto – un’azienda chimica fondata da oltre un secolo che stava acquistando tutte le aziende semenziere del pianeta – fosse assolutamente controversa.
Da qui è nato il progetto di raccontare la storia dell’azienda dalla sua nascita fino ad oggi per cercare di capire se il suo passato potesse portare luce sul presente. Come tutti ormai sanno gli OGM sono un argomento controverso, caldo: il mio interesse era capire come Monsanto fosse diventata leader incontrastato in questo settore proponendosi al pubblico (si veda a questo proposito il suo sito internet) come risolutrice dei problemi della fame del mondo e come produttrice di organismi geneticamente modificati che non presentano alcun rischio per la salute umana. Alla luce della sua storia industriale, possiamo credere alla Monsanto quando si presenta in questo modo?
Oggi al mondo esistono due categorie di OGM – e ricordo che Monsanto possiede il 90% degli organismi geneticamente modificati coltivati nel mondo. La prima categoria, circa il 70% del totale, è costituita da piante OGM capaci di resistere all’erbicida Roundup (parimenti prodotto da Monsanto). Monsanto ha sempre dichiarato che il Roundup è innocuo per l’ambiente e biodegradabile: menzogne. Per questo tipo di pubblicità menzognera Monsanto è stata condannata sia a New York che recentemente in Francia. E, cosa ancora peggiore, se si vedono tutti i documenti presenti in rete relativi alle ricerche condotte sugli effetti del Roundup appare evidente il fatto che la commercializzazione dell’erbicida dovrebbe essere assolutamente vietata. Questo 70% di OGM è stato creato per resistere all’erbicida: gran parte della soia e della colza che noi mangiamo presenta tracce di Roundup, ma sulla pericolosità di questi residui per la salute umana e animali non sono stati fatti studi.
La seconda categoria di OGM è composta da quei semi che sono loro stessi in grado di produrre una tossina insetticida, il Bt (Bacillus thuringiensis): anche sugli effetti del Bt sulla salute umana non sono stati condotti studi.
La storia degli OGM comincia negli Stati Uniti: Monsanto stava per perdere l’esclusività del brevetto (che dura 20 anni) sul Roundup – l’erbicida più venduto al mondo: la formula stava per essere liberalizzata e altre industrie avrebbero potuto produrlo.
A questo punto entrano in scena gli OGM resistenti al Roundup: Monsanto comincia a produrli per non perdere le vendite dell’erbicida. Da allora, nel momento in cui negli Stati Uniti un coltivatore decide di piantare sementi OGM è obbligato a firmare due contratti: il primo in cui si impegna ad acquistare tutti gli anni i semi brevettati, il secondo contratto obbliga all’acquisto del Rondup prodotto esclusivamente da Monsanto.
È all’inizio degli anni Ottanta che Monsanto comincia a lavorare alla realizzazione di OGM che resistano al Roundup: non si tratta di super magnifiche piante in grado di risolvere il problema della fame nel mondo, ma di organismo messi punto per non perdere la preminenza mondiale sul mercato dei pesticidi.
Intervista a Marie-Monique Robin tratta da arte.tv
Un estratto del libro "Il Mondo secondo Monsanto" :http://www.ariannaeditrice.it/pdf/mondo_secondo_Monsanto.pdf
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