Per evitare cambiamenti climatici fuori controllo, le emissioni globali di gas serra non solo devono essere stabilizzate entro il 2015, ma devono poi essere portate il più vicino possibile allo ZERO entro la metà del secolo. I dati scientifici di recente pubblicazione costringono Greenpeace a rafforzare le proprie richieste: fino ad oggi Greenpeace aveva sostenuto che le emissioni di gas serra dovevano essere dimezzate entro la metà del secolo, ma questo non è più abbastanza.
“I cambiamenti osservati, tra cui la rapida perdita dei ghiacci della calotta polare artica in estate, mostrano chiaramente che la possibilità di una catastrofe climatica è molto più imminente di quanto si immaginava” sostiene Martin Kaiser, direttore sul Clima di Greenpeace International. “L’unico modo per intervenire è ridurre drasticamente e velocemente le emissioni”.
Raggiungere un accordo globale sul clima a Copenhagen sarà assolutamente cruciale. “La crisi economica ha dimostrato che i Governi sono in grado di prendere le decisioni necessarie per affrontare l’emergenza. Lo stesso deve avvenire per il clima” afferma Francesco Tedesco, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. “I Paesi industrializzati hanno la grande responsabilità di salvare il Pianeta da impatti catastrofici e lo devono fare ora perché il tempo utile per agire sta rapidamente svanendo”.
A Bonn si terrà la prima sessione preparatoria alla Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici di Copenhagen. L’incontro è fondamentale per l’intero processo che dovrà portare a un accordo globale sul clima. Nello spirito di un progressivo rafforzamento e ampliamento degli impegni internazionali, anche i Paesi in via di sviluppo dovranno impegnarsi a ridurre la crescita delle proprie emissioni del 15-30% al 2020. Per ottenere questo impegno è tuttavia necessario che i Paesi industrializzati garantiscano aiuti economici ai Paesi in via di sviluppo per circa 110 miliardi di euro (140 miliardi di dollari) all’anno.
24 Marzo 2009 - Scrivi un commento