Nonostante dalla ratificazione del trattato l'Italia non abbia fatto molto (anzi!), le emissioni nel nostro paese, calano per il quarto anno consecutivo e le stime del 2009 parlano addirittura di un meno 9%, con una riduzione delle emissioni derivanti da trasporto su strada (si passa dai 120,1 milioni di tonnellate del 2007 ai 115,3 milioni del 2008).
Questo non significa che gli obiettivi di Kyoto siano raggiunti, ma di certo non siamo più fuori gioco come si pensava. Ad oggi, per non uscire dai parametri, l'Italia ha a disposizione 2,2 miliardi di tonnellate di emissioni consentite e, secondo l’Ispra, con l'aiuto delle foreste, per almeno 10 milioni di tonnellate all'anno, dei progetti verdi organizzati nei paesi in via di sviluppo, per circa 15 milioni di tonnellate all'anno, e con i crediti dell'emission trading dovrebbe farcela.
Secondo Riccardo De Laurentis, a capo del team che ha stilato l'inventario dell'Ispra, nel 2008 eravamo ad un +4,7% rispetto ai livelli del 1990 mentre da fine 2009 saremmo a -4,1%, con un calo molto vicino ai 9 punti percentuali in soli due anni. Questo risultato, come dicevamo prima, sembra essere fortemente influenzato, secondo De Laurentis, dal "rallentamento delle economie globali che per esempio hanno sottratto circa il 30% del volume d'affari alle industrie del cemento e dell'acciaio".
Insomma la crisi almeno per quanto riguarda l'ambiente pare stia aiutando l'Italia. Di sicuro se nel 2012 saremo dentro i parametri non avremo sanzioni da pagare, ma la domanda è: dopo cosa succederà? E quando la crisi sarà passata? Torneremo a girare in macchina e a consumare come facevamo in precedenza?
I dati raccolti prima della crisi parlano chiaro, non è possibile sostenere questi consumi. Tra il 1990 e il 2008 le emissioni italiane in generale erano aumentate del 4,7%, con la sola anidride carbonica cresciuta del 7,4%. Sempre nello stesso periodo, il settore residenziale e quello dei servizi hanno aumentato le emissioni del 10,5%. Un caso a parte, ma che ben sintetizza la situazione dell’Italia, quello dei rifiuti dove in tutta Europa le emissioni sono diminuite del 39% mentre in Italia sono solo del 7,4%.
Questi dati significano che se anche dovessimo rispettare Kyoto si sarebbe vinta una battaglia, ma di sicuro non la guerra. La crisi che oggi colpisce il sistema economico e aiuta l'ambiente ci suggerisce che l'unica via per un mondo migliore e più pulito è la messa in discussione dell'attuale sistema socio-economico italiano e mondiale.
7 Maggio 2010 - Scrivi un commento
Comunque per il 2012 e per Kyoto non bisogna preoccuparsi: ci sarà ormai ben poco da consumare come in precedenza data la scarsità di fonti non rinnovabili.
Il peak oil l'abbiamo già passato e prossimamente saranno guai x tutti...