Roba da dilettanti per le nostre nonne che partorivano e allevavano 4, 5, 6, 7 pargoli; un’impresa titanica per i nostri giorni.
Negli ultimi anni, infatti, la media italiana è scesa ad un figlio per famiglia. E certo, si son messi di mezzo il desiderio femminile di indipendenza economica, la difficoltà a trovare un impiego, il precariato e, ciliegina sulla torta, la crisi.
Eh già, adesso siamo in crisi: chi si azzarda più a fare figli?
Ed ecco quindi che la società invecchia. Siamo circondati da anziani di terza, quarta, quinta età (niente contro i vecchietti, figuriamoci!) e, di questo passo, tra qualche anno, guarderemo i pochi piccoletti in circolazione come fossero extra-terrestri, oppure li preserveremo come i panda: specie a rischio di estinzione.
Io stessa, totalmente immersa nel pericoloso meccanismo di questa società, immagino, inevitabilmente, di diventare madre verso i 30-35 anni, quando, forse, avrò raggiunto una certa stabilità economica. E allora, facendo due rapidi conti in base all’orologio biologico, non potrò avere, probabilmente, più di un bambino.
Se alcune spese sono imprescindibili, altre, al contrario, hanno ben poco a che vedere con il benessere dei bambini.
Ma quindi, quanto dobbiamo essere ricchi per diventare genitori? Come stabilire cosa comprare e cosa no in una società in cui tutto, e soprattutto il superfluo, sembra indispensabile? Come ovvio, non esiste un “manuale del genitore perfetto”.
Eppure, Giorgia Cozza (che collabora a varie riviste specializzate occupandosi di gravidanza, allattamento al seno, psicologia e salute della madre e del bambino), la mamma che vi ho presentato in questo articolo, ha voluto, attraverso un suo libro, offrire ai genitori alcuni strumenti utili per trasformarsi in consumatori critici.
Il testo – arricchito dai suggerimenti di genitori e dalla consulenza di pediatri, ostetriche e pedagogisti – si propone di accompagnare i futuri genitori nella scoperta delle reali esigenze dei propri bambini, di stimolare una riflessione sulla correlazione tra consumo critico e rispetto dell’ambiente (preoccuparsi delle sorti del Pianeta dovrebbe essere il primo dovere nei confronti dei figli a cui questo ambiente verrà lasciato in eredità), nonché di offrire consigli pratici per non sprecare denaro.
Innanzitutto, per quanto riguarda il nutrimento, al seno della mamma ogni bimbo trova l’alimento perfetto per una crescita ottimale e per la difesa da numerose malattie.
Per soddisfare la curiosità e la voglia di esplorare tipica di ogni piccolo non servono, d’altra parte, decine e decine di giocattoli, né girelli e box (che spesso, anzi, vengono considerati dai bambini come vere e proprie gabbie che li tengono prigionieri). L’ambiente domestico stesso, privato semmai degli oggetti pericolosi per il bimbo, costituisce una fonte inesauribile di divertimento e scoperte stimolanti.
Con fantasia e consapevolezza, quindi, è possibile offrire il meglio ai propri figli senza metter mani al portafogli. Sembrerà banale ma è bene ricordare sempre, in una società che, più o meno esplicitamente, tende a farci credere il contrario, che la felicità dei bambini non dipende dalla quantità di oggetti di cui li circondiamo. Il benessere di un bebè, insomma, è a “costo zero”, o quasi…
10 Marzo 2009 - Scrivi un commento