Giorgia, nel tuo libro, “Bebè a costo zero”, dedichi un intero capitolo ai pannolini. Cosa puoi dirci riguardo i pannolini lavabili?
I pannolini lavabili rappresentano una valida alternativa all’usa e getta, confortevole per il bebè, eco-compatibile ed economica. Ma prima di tutto: non pensate ai ciripà e alle fasce di una volta! I lavabili di oggi non hanno nulla a che fare con i pannolini di stoffa del passato. Sono molto più comodi, pratici da mettere e togliere, garantiscono una buona tenuta e sono anche graziosi! Ne esistono vari modelli, per cui c’è una vasta scelta. Alcuni sono molto simili agli usa e getta, hanno addirittura lo stesso sistema di chiusura con il velcro, con la differenza – sostanziale per il Pianeta e quindi per il nostro futuro e quello dei nostri figli – che una volta usati si buttano in lavatrice anziché in pattumiera.
Ritieni che i pannolini usa e getta debbano essere sostituiti da quelli lavabili? Perché?
Ritengo che valga la pena fermarsi a riflettere su questa possibilità. Dato che ogni bambino è unico al mondo e così ogni famiglia, credo non esistano ricette universali valide per tutti, in nessun ‘settore’, quindi neppure in quello dei pannolini. Ma credo anche che l’informazione sia un diritto ed un dovere di ognuno di noi. Soprattutto quando in ballo ci sono il benessere dei nostri figli e il futuro della nostra Terra.
E proprio per fronteggiare il gravoso problema dello smaltimento, sono sempre più numerose le amministrazioni pubbliche ‘virtuose’ che, a livello comunale e provinciale, incentivano la soluzione dei lavabili, offrendo dei buoni sconto per l’acquisto dei pannolini in stoffa o dei kit di prova alle famiglie.
E fin qui abbiamo parlato dell’impatto ambientale, ma il filo conduttore delle riflessioni contenute in “Bebè a costo zero” è, prima di tutto, il benessere del bambino.
Gli usa e getta sono la soluzione migliore per la pelle delicata del bebè? Per dare un giudizio non ci resta che calarci nei panni del bambino, anzi… nel pannolino! Immaginiamoci con indosso un simpatico usa e getta, avvolti nella plastica fino alla pancia, 24 ore su 24, magari in una bella giornata estiva, umida e calda... Chissà se lo troveremmo confortevole! Forse preferiremmo del cotone fresco e leggero a contatto con la pelle? Non credo che le sensazioni dei bambini siano diverse dalle nostre…
Nella società di oggi i genitori sono spesso sommersi dagli impegni lavorativi. Credi che sia possibile per i padri e le madri trovare il tempo per lavare i pannolini?
Come era il detto? Tutto (o quasi) è possibile, basta volerlo… Scherzi a parte, per un genitore, seppur oberato dagli impegni di lavoro e incalzato dai ritmi frenetici della nostra società, i figli sono e restano la priorità: credo che nessuna mamma – se convinta della superiorità dei lavabili per il benessere del suo piccino – si lascerebbe spaventare da una lavatrice in più. Ma scendiamo nel concreto. I lavabili di oggi, abbiamo detto, non hanno nulla a che fare con i vecchi ciripà. Inoltre, il carico di lavoro per una famiglia che sceglie i pannolini in tessuto non è paragonabile a quello che doveva essere sostenuto in passato, dato che oggi i pannolini non vengono lavati a mano, ma in lavatrice. E poi niente più corse al supermercato per comprare i pannolini e meno ‘uscite’ per portare fuori la spazzatura…
Insomma, non resta che provare, valutare, cercare la soluzione più adatta al proprio bimbo e alla propria realtà.
C'è anche chi i pannolini non li ha usati del tutto: né monouso, né in stoffa. In “Bebè a costo zero” si parla anche di questo, ovvero di Elimination Communication, comunicazione dell’eliminazione (termine usato da Laurie Boucke nel suo libro “Infant potty training”, pubblicato in italiano lo scorso anno da Edizione AAM Terra Nuova, con il titolo “Senza pannolino”), fenomeno pedagogico di matrice americana (nonché normale consuetudine per numerose culture non occidentali) che vede genitori attenti alle esigenze e ai ritmi del proprio piccino imparare ad interpretarne i ‘segnali’. In pratica, si tratta di genitori che – come capiscono quando il loro bimbo ha fame, sonno, male al pancino – capiscono anche quando deve fare pipì (e cacca).
Tu sei una mamma. Che tipo di pannolini hai scelto per i tuoi bambini? Lavabili o usa e getta?
Bella domanda. Primo figlio, quello per cui mamma e papà, ansiosi genitori alle prime armi, hanno acquistato di tutto e di più (sperimentando di persona l’inutilità di decine di gadget ed accessori che la pubblicità ci propone quali indispensabili ausili per crescere figli felici, dormiglioni, mangioni…): pannolini usa e getta. Rigorosamente della marca più famosa (e costosa!) “perché sennò il sederino si irrita”. Rigorosamente estate e inverno, per due anni, perché prima i bimbi non sono pronti per il vasino…! Povero primo figlio, sempre la cavia in tutto.
Poi è arrivato Nicola e i soliti genitori, un po’ meno alle prime armi, erano un po’ più informati e consapevoli. Con lui abbiamo ‘mixato’ usa e getta e lavabili. Con Maddalena il livello di sicurezza in se stessi di mamma e papà era salito notevolmente e così la consapevolezza e la voglia di trovare soluzioni nuove, adatte a noi e alla nostra bambina. E alla ricetta abbiamo aggiunto un po’ di Elimination Comunication (versione soft, solo di giorno). Fatto sta che alla soglia del primo compleanno, Maddalena ci ha colto di sorpresa, dicendo addio ad ogni pannolino e servendosi allegramente del vasino del fratello. Ma questa è un’altra storia…
La spesa per i pannolini incide in modo determinante sul bilancio familiare soprattutto se si opta per le marche più note e se si rimanda a un’epoca successiva al secondo compleanno - come sempre più spesso accade - il passaggio al vasino.
Volendo quantificare, il risparmio per chi non utilizza gli usa e getta si aggira intorno a 1.500 euro. A ciò si aggiunge il fatto che i pannolini di stoffa possono essere riutilizzati per ogni figlio (a differenza degli usa e getta) e, infine, regalati ad altre mamme della cerchia famigliare o destinati al bebè di un’amica.
Inoltre, poiché si riduce notevolmente l’incidenza di irritazioni, i genitori possono risparmiare la spesa per l’acquisto di creme a base di ossido di zinco, consigliate per creare uno strato protettivo sulla cute delicata del bambino (non a caso per i bimbi che soffrono di dermatite da pannolino in genere il suggerimento è proprio quello di… non usare il pannolino finché la situazione non migliora).
Per amor di verità dobbiamo anche dire che ad oggi i lavabili - seppur assai più vantaggiosi degli usa e getta -, non sono economicissimi. In base al numero di pezzi che si decide di acquistare, del modello e della ditta che li produce, la spesa totale può variare da 200 a 400 euro. Laddove però i lavabili sono in vendita negli scaffali del supermercato (in alcune città si possono trovare all’Ipercoop) i prezzi calano notevolmente. E, naturalmente, questa spesa si affronta una volta sola e la questione pannolini è risolta definitivamente.
O ancora, perché non cimentarsi con il fai da te? In "Bebè a costo zero" c’è la testimonianza di una mamma che i pannolini lavabili li ha realizzati da sé. Esperienze simili (con tutte le indicazioni pratiche per chi non ha confidenza con ago e filo) si possono trovare anche nei siti a cui accennavo prima.
Consiglieresti a tutti i genitori di optare per i pannolini lavabili?
No. Non c’è nessuna soluzione che consiglierei a tutti i genitori (se non quella di dare tanto amore ai propri bambini!).
Però consiglierei a tutti di informarsi, di farsi domande e cercare risposte. Risposte personali, critiche, fuori dai binari del così fan tutti.
E scegliere, scegliere sempre.
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