Purtroppo molto spesso i treni che collegano Roma con il sud Italia sono definiti, dagli incolpevoli passeggeri, dei veri “carri bestiame”, treni della fortuna che letteralmente “si sa quando partono, ma non si sa mai quando arrivano”.
Tuttavia Trenitalia preferisce investire migliaia di euro nello sviluppo del TAV e nel miglioramento delle tratte ferroviarie che da Roma si dirigono verso il Nord.
Al di là dei ritardi cronici (e spesso infiniti) che caratterizzano le varie "frecce del sud", un altro tasto dolente è dato dalla condizione di decadenza che contraddistingue buona parte di questi treni. Vetri sporchi, sedili macchiati, aria condizionata inesistente, quando all’esterno la temperatura supera i 30° gradi, servizi igienici sporchi, o senza acqua, e porte d’uscita rotte fin dalla stazione iniziale di partenza.
Quando si parte con tali presupposti, subentra uno stato di rassegnazione e di disillusione non indifferente che in ultimo non può non generare sconforto.
Queste situazioni mostrano una sostanziale mancanza di rispetto e di non adempienza da parte di coloro i quali dovrebbero svolgere mansioni di pulizia all’interno dei treni - che eseguono solo per metà - e da parte di coloro i quali dovrebbero controllare che questi lavori vengano compiuti. I viaggiatori, quindi, si troveranno a "viaggiare", per ore ed ore, in carrozze sporche e non molto igieniche.
È pur vero che in treno viaggiano anche persone non molto educate, poco rispettose ed attente, che non rispettano i servizi messi loro a disposizione, ma non è certo a causa della mancanza di educazione dei viaggiatori che già in partenza il treno registra delle manchevolezze.
Ma non è tutto. I disastri e le contraddizioni di Trenitalia sono davvero innumerevoli.
Dal mese di dicembre scorso tutti gli italiani, in modo sottile ed impercettibile, sono stati bombardati dalla pubblicità sul nuovo treno che collega Roma-Milano in sole 3 ore e 30 minuti, la famosa Freccia Rossa. Ho potuto constatare di persona come questo messaggio “subliminale” attragga la nostra attenzione senza accorgercene. Pochi giorni fa mi trovavo in stazione Termini a Roma e mentre aspettavo che arrivasse il “mio” treno ho girovagato lungo i binari. Le informazioni vocali più ricorrenti ed incessanti erano relative ai treni (naturalmente Freccia rossa) provenienti da Milano o diretti a Milano; i tabelloni pubblicitari trasmettevano ripetutamente lo spot promozionale che inevitabilmente calamitava l’attenzione di tutti sull’efficienza e l’obiettivo di “un sogno che si può realizzare”, ossia la creazione di un “servizio di metropolitana veloce tra i vari poli italiani”, tanto decantata dall’amministratore delegato di Trenitalia Moretti.
Per finire, mi sono accorta che sugli schermi disposti lungo ciascun binario, oltre alle informazioni relative al treno in arrivo o in partenza, vi era un ulteriore spazio dedicato agli orari del treno Freccia rossa che da lì a breve sarebbe partito su un altro binario.
Direi che tale eccesso di zelo mi è parso davvero eccessivo, visto che a volte mi è capitato di non trovare segnato sui tabelloni il binario di partenza del treno su cui dovevo viaggiare fino a cinque minuti prima dell’orario di partenza previsto.
I contrasti continuano!
Mentre il Nord del paese si popola di valenti linee ferroviarie, il Sud rimane saldamente ancorato alle sue condizioni di arretratezza davvero significative.
E' vero infatti che, se per percorrere 586 Km - la distanza tra Roma e Milano - ci vogliono 3 ore e 30 minuti, per percorrerne 210 - cioè per andare da Catania a Palermo (e viceversa)- ci vogliono quasi cinque ore; se ancora non bastasse per spostarsi da Roma a Catania (e viceversa) in treno, circa 750 Km, si impiegano 9 ore, senza considerare eventuali ritardi.
Davvero impressionante!
Il mio sfogo, come quello di tante altre persone, è contro un paese che si dichiara moderno, in costante sviluppo e in costante crescita, ma che spesso non si dimostra tale.
Proprio perché vorrei che fosse davvero evoluto, non riesco ad accettare disparità così esorbitanti come queste.
Le mie parole non vogliono risuonare come una sterile lamentela, bensì mirano a sollecitare una ventata di cambiamento, di trasformazione e di rinascita.
1 Febbraio 2009 - Scrivi un commento
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