Quale organo o autorità internazionale sarebbe in grado di vigilare sul rispetto di tali regole ed eventualmente sanzionare gli inadempienti?
”In un vero libero mercato, le cose andrebbero sicuramente meglio di come vanno adesso. Per esempio, con una scelta di diversi mezzi di pagamento e libertà d’emissione, ancorché secondo criteri comuni, trasparenti e condivisi, il signoraggio tenderebbe a zero. Ma il modello che ci propongono è un falso libero mercato condizionato da monopoli come quello dell’emissione monetaria, dell’energia, dell’acqua, degli OGM, etc. In pratica, è una partita a poker truccata dove - quando una massa critica di giocatori se ne accorgerà - non vorrei essere nella parte del baro. Le persone che si trovano in queste riunioni del punto “G” sono dei domestici dei banchieri, una specie di sindacato giallo dei loro camerieri, che in realtà non hanno vita propria. Non sono capaci di intendere - altrimenti sceglierebbero un altro lavoro - né tantomeno di volere, perché altrimenti se ne distinguerebbe il carattere. Sono solo comparse della storia, guitti ammaestrati. Niente più. Questo non toglie che la massa ha le sue responsabilità, la prima è quella di non documentarsi adeguatamente, la seconda è quella di rimanere troppo spesso volentieri e senza reagire - vittima di incantesimi alcuni dei quali descritti abbastanza bene da Beppe Grillo, grande comunicatore”.
La attuale crisi sistemica del capitalismo finanziario globale, per quanto epocale e devastante, non rappresenta, a mio avviso, la fine dell’era capitalista, semmai potrebbe rivelarsi come una delle tante trasformazioni cicliche, congenite alla storia del sistema capitalista. Tipica del liberismo è la prassi secondo cui alla privatizzazione degli utili fa riscontro la socializzazione delle perdite: infatti, ai crack finanziari fanno seguito gli aiuti di Stato al fine di scongiurare i fallimenti delle banche. Vengono soccorsi proprio gli istituti finanziari responsabili di questa folle espansione del credito e della conseguente speculazione.
Gli aiuti di Stato non vengono forse erogati dalle banche centrali che in tal modo accrescono sempre più il loro reddito da signoraggio, con relativo moltiplicarsi del debito pubblico? E dalla attuale crisi, non emergerà una nuova forma di capitalismo finanziario molto più accentrato e dirigista a livello mondiale?
L’avvento della globalizzazione ha comportato la subalternità dell’economia produttiva a quella finanziaria. La crescita dell’economia produttiva negli ultimi decenni è stata assai limitata rispetto a quella virtuale dell’economia finanziaria. I profitti dell’impresa infatti, non hanno generato crescita, ma reinvestimenti nell’economia finanziaria. Le crisi cicliche della produzione sono da addebitare infatti al ruolo preponderante assunto dalla finanza globale. Tuttavia la speculazione finanziaria ha potuto prosperare assorbendo, strumentalizzando, distruggendo le risorse generate dall’economia produttiva che è stata base e sostegno dell’espansione dell’economia finanziaria. La finanza, al contrario non è in grado di sviluppare la produzione. Ci si chiede allora, in fase di accentuata recessione, come potrà sussistere ed alimentarsi l’economia della finanza virtuale, data una materiale mancanza di risorse che fungano da oggetto di speculazione?
“In effetti il sistema si sta suicidando. Il problema principale era quello della distribuzione sia del lavoro che del potere d’acquisto. Il governo potrebbe agire velocemente solo esercitando la sovranità sulle politiche monetarie, per rimediare alle inefficenze dei cleptocrati di Francoforte e della Commissione Europea. Ma - come dire - ci vorrebbe un governo adulto, un governo in grado di resistere alle lusinghe patetiche dei governatori delle banche centrali. Ma come si dice: cane non morde cane. Quindi si accontentano delle briciole sprofondando tutti gli altri sempre più nella miseria. D’altra parte, chi è che compra le elezioni nelle democrazie occidentali? Aveva ragione Gandhi quando, davanti a personalità occidentali che elogiavano la democrazia, disse loro: “che bella idea! Perché non lo fate davvero”? Un sistema da tentare potrebbe essere, come nell’antica Grecia, di tirare a sorte i rappresentanti del popolo. E anche i giudici, direi”.
Il signoraggio praticato dalle banche centrali tramite l’emissione monetaria, costituisce la fonte da cui scaturiscono come dirette conseguenze l’economia del debito, il primato delle elites finanziarie sulle classi politiche, l’abrogazione sostanziale delle costituzioni democratiche e, di riflesso, degli stessi diritti fondamentali dell’uomo. Il mondo globalizzato ha determinato la supremazia del capitale finanziario sul lavoro, dell’economia sulla politica. I tentativi di abrogare il potere del signoraggio bancario attraverso il ripristino della sovranità monetaria degli Stati e la creazione di monete alternative alla moneta – debito delle banche centrali, presuppone l’affermazione dell’etica del lavoro sullo strumento capitale. Tuttavia, a mio parere, non si è ancora riusciti a creare un sistema monetario in cui la moneta sia uno strumento di scambio sufficientemente rappresentativa della quantità e qualità del lavoro prestato per la produzione di beni e servizi. Creare reddito tramite la sola emissione monetaria, condurrebbe infatti a creare inevitabilmente inflazione e a disincentivare il lavoro e la creatività dell’uomo. Il denaro non è per sua natura un titolo rappresentativo di uno scambio reale tra le energie lavorative che generano la produzione di beni e servizi?
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29 Dicembre 2009 - Scrivi un commento