Un quinto dei tedeschi ha già fatto il passaggio a un riscaldamento ‘pulito’, e un altro quinto intende farlo nei prossimi cinque anni (Forsa agenzia per analisi statistiche 1/’09). Come mai allora il riscaldamento complessivo in Germania è prodotto solo per il 7,3% da energie rinnovabili?
Secondo Forsa il problema sono gli edifici pubblici, quelli industriali e i condomini di affittuari (i quali sono molto più comuni che in Italia): chi possiede o gestisce un condominio senza doverne pagare il riscaldamento, non è interessato ad investire in un sistema che in realtà è più conveniente. “Un terzo delle spese energetiche di uno stabile sono da attribuire al riscaldamento, investendo in un sistema rinnovabile si potrebbe ridurre notevolmente la bolletta,” spiega Jörg Mayer gestore di AEE (agenzia per energie rinnovabili).
“Ma non è solo una questione di risparmio: attraverso questo tipo di riscaldamento il valore dell’edificio sale, mentre diminuisce il suo impatto sull’ambiente,” prosegue Mayer. Sono questi gli argomenti che hanno convinto circa la metà dei tedeschi a compiere l’investimento.
Per ottenere questi risultati lo stato incoraggia gli investimenti sostenibili. Chi fa costruire un riscaldamento rinnovabile, ad esempio, ottiene il cosiddetto ‘premio clima’: aiuti finanziari che variano a seconda di grandezza e configurazione del nuovo sistema di riscaldamento.
La Germania è il maggior consumatore europeo di energia e il sesto a livello mondiale (Il mondo in cifre 2008). Tra grandi consumatori, però, è l’unico a non esserne anche un forte produttore, forse per questo i tedeschi sono così coscienti del problema energetico. La situazione di base è simile in Italia: quarto consumatore, ma misero produttore di energie in Europa.
Ma questa è un’altra storia.
22 Gennaio 2009 - Scrivi un commento