E’ facile per me esortare a spegnere l’aria condizionata: in estate, mentre tutto il resto del mondo suda e boccheggia anelando un po’ di refrigerio, io sono perfettamente a mio agio. La mia temperatura ideale è 30 gradi.
La faccenda si fa più pesante all’arrivo dell’autunno, quando il desiderio di riscaldamento al massimo si fa impellente e più volte nella giornata vado a riscaldarmi in bagno, tenendo le mani sotto il getto dell’acqua calda o abbracciando l’unico termosifone dell’ufficio.
Ogni volta che la comodità e il piacere personale si scontrano con la consapevolezza dell’importanza di fare scelte diverse per invertire la rotta che porta alla distruzione del pianeta, la decisione che si prende non è semplice e scontata, bensì tormentata, sofferta. Lo è tanto più quanto più si sa di non aver alcun obbligo in merito e, guardandosi intorno, ci si accorge che la quasi totalità delle persone vive tranquilla ignorando la questione e facendo quel che più le aggrada.
Abbassare il livello del riscaldamento nei nostri uffici e abitazioni ci darà la soddisfazione di vedere risultati immediati? No, nemmeno questo ci sarà concesso. Il nostro gesto non farà abbassare all’istante i livelli di CO2 nell’atmosfera, in realtà da solo non cambierà nulla. Allora perché farlo? Perché dobbiamo essere proprio noi a patire un po’ di freddo, mentre sarebbe tanto semplice godersi il calduccio?
“Un viaggio di mille miglia comincia con un singolo passo” (Lao Tse) : chi farà questo primo passo? Chi, se non noi? E se non ora, quando? Credo proprio che, come Paperino, alla fine daremo ascolto al personaggio con l’aureola.
In fondo vivere ecologico è proprio questo, agire per fare la differenza, anche se questa differenza ancora non si vede. Ma noi sogniamo e speriamo che un giorno non troppo lontano si vedrà. Allora sapremo di avervi contribuito.
Non atteggiamoci a martiri, non sradichiamo l’anima ad amici e conoscenti propagandando le nostre posizioni, ma serenamente raccontiamo le nostre scelte. Un po’ alla volta saremo in tanti.
28 Settembre 2008 - Scrivi un commento