La crescita del fotovoltaico porterà energia pulita a 1,3 miliardi di persone in regioni urbanizzate, e oltre 3 miliardi in aree non ancora raggiunte dall’elettricità.
“Un tale sviluppo è parte della rivoluzione energetica necessaria per affrontare i cambiamenti climatici e ridurre le emissioni globali di gas serra del 50% al 2050” afferma Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace.
“Nonostante il ‘boom’ che sta avendo la tecnologia in Italia, si potrebbe fare cento volte tanto. Ancora oggi oltre l’82% degli incentivi alla produzione di energia elettrica vanno a impianti a base fossile e non alle fonti rinnovabili”.
Nel 2007 in Italia sono stati elargiti alle fonti fossili “assimilate”, attraverso il meccanismo CIP6, circa 3,7 miliardi di euro, mentre il solare fotovoltaico ha ricevuto appena 26 milioni di euro, meno dell’uno per cento.
“Un tale squilibrio è inaccettabile: occorre ‘liberare’ risorse destinate alle fonti fossili per il rapido sviluppo delle rinnovabili. Assistiamo invece a un folle piano per il ritorno al nucleare, e all’inaugurazione di nuove centrali a carbone. Ècosì che il Governo pensa di centrare l’obiettivo europeo per il 25% di rinnovabili al 2020?”.
Secondo i dati di ‘Solar Generation’, produrre energia fotovoltaica diventerà economicamente competitivo rispetto alle fonti fossili tradizionali già dal 2015 nei paesi dell’Europa meridionale,e dal 2020 nell’intero continente. La rivoluzione solare permetterà di tagliare 1.600 milioni di tonnellate di CO2 nel 2030, pari alle emissioni attuali di Italia e Germania, e creare milioni di nuovi posti di lavoro. Già oggi sono circa 120 mila i ‘colletti verdi’ che lavorano nel fotovoltaico nel mondo. Il rapporto prevede che il dato potrà raggiungere i 2 milioni nel 2020, e 10 milioni nel 2030.
3 Settembre 2008 - Scrivi un commento