Tav o non Tav: questo è il problema

Nuovi accordi tra i sindaci della Val di Susa e il Governo, contro il partito degli appalti nella possibile costruzione del Tav, sembrano prendere vita. Adesso è importante stabilire quali interventi possono davvero migliorare il collegamento tra la Val di Susa e la Francia.

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di Salvina Elisa Cutuli


La Tav è oggetto di continue diatribe e discussioni dai più trattato, ma soprattutto abbreviazione dell’espressione “treno alta velocità”. Un treno che ci conduce proprio lì, in Val di Susa, da un paio di anni luogo di contesa tra coloro che sostengono che la costruzione del Tav sia un progetto prioritario e coloro che invece si schierano contro la realizzazione di questa linea ferroviaria (i cosiddetti NO TAV).

Tutto comincia nel 2001, quando il governo Berlusconi delibera un programma di infrastrutture strategiche di 117 opere, tra cui la costruzione del Tav, con la cosiddetta “legge obiettivo”, istituendo l’Osservatorio con a capo Virano, che venne confermato dal governo successivo, che però tolse l’opera da quelle previste dalla “legge obiettivo”, e riconducendo l’attuazione della linea a procedure ordinarie. La costruzione di questa linea ferroviaria sembra dunque non avere colori politici. Il precedente governo capitanato da Prodi proferiva attraverso le parole dell’allora Ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro: “il governo e l’Unione Europea considerano la Tav un’opera prioritaria”.

Un medesimo autoritarismo nel decisionismo e nella governabilità della gestione di conflitti sul territorio ha intaccato i due governi.

Contro questa forma di autoritarismo dettata dal governo si sono schierati, sin da subito, la maggior parte dei sindaci della Val di Susa insieme ai cittadini, che si sono assicurati anche l’appoggio delle associazioni ambientaliste, tra le quali Legambiente, che dall’inizio si schierò con un secco no al tunnel.

Adesso sembra si stia voltando pagina: un nuovo accordo sorto grazie ad una intesa dei sindaci della Valle e del Territorio ha permesso di riconsiderare progetti già decisi, per i quali erano state già effettuate le gare di appalto.

Sembrerebbe che i sindaci della Valle di Susa, capitanati da Antonio Ferrentino, presidente della comunità montana bassa Valle di Susa, e da Mario Virano, presidente dell’Osservatorio (il tavolo negoziale a cui è stato affidato il compito di trovare una soluzione) sulla Torino-Lione, abbiano presentato un nuovo modello del tracciato del Tav, con approvazione del Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, che molto presto verrà presentato al Governo.

Dunque, il confronto tra le popolazioni e i sindaci della Valle pare abbia determinato un’intesa fondamentale mettendo da parte atteggiamenti autoritari e repressivi, che fino ad ora erano stati riscontrati, per dare spazio ad un dialogo proficuo e intelligente, che speriamo possa servire da incoraggiamento e da modello per la gestione di eventi più o meno simili a questo, in cui si trovano a confronto priorità e progetti alternativi.

Per Marco Cedolin, autore del libro T.A.V. in Val di Susa, invece, “questa metamorfosi è in verità solamente un normale capitolo del penoso teatrino della politica”, e l’accordo raggiunto rientra perfettamente in una dinamica politica che ha visto virare totalmente l’atteggiamento dei sindaci da una parte all’altra. Cedolin scrive: “la situazione è cambiata radicalmente, i temi cari ai cittadini hanno iniziato a diventare scomodi, i rapporti con i comitati NO TAV sempre più freddi. Ferrentino e la congrega di amministratori che lo hanno seguito senza discutere si sono avvicinati gradualmente all’alta velocità continuando per lungo tempo a negare l’evidenza e arrampicandosi sugli specchi al fine di riuscire a mantenere la fiducia dei cittadini il più a lungo possibile. Una fiducia che man mano ha comunque iniziato a scomparire rendendo i sindaci valsusini sempre più estranei alla sensibilità delle comunità che avrebbero dovuto rappresentare”.

A distanza di una settimana dalla presentazione del nuovo possibile tracciato del Tav, abbiamo intervistato Edoardo Zanchini -responsabile Infrastrutture Legambiente- per sapere se è cambiata la posizione che Legambiente ha assunto nell’arco dell’intera campagna contro il Tav: “Legambiente giudica positivamente l'accordo raggiunto tra il Governo e i sindaci della Val di Susa per la tratta ad alta velocità Torino-Lione”. Aggiunge pure: “Bisogna migliorare i collegamenti con la Francia e il trasporto pendolare tra la Val Susa e Torino e rendere possibile lo spostamento del transito delle merci dall’autostrada del Frejus alla ferrovia. Ciò significa migliorare l’offerta ferroviaria, adempiendo alle richieste dell’UE, realizzando qualcosa di veramente utile, condiviso con il territorio, le cui priorità non sono stabilite solo da chi pensa agli appalti”.

Speriamo davvero che questi entusiasmi non vengano smorzati da azioni ed episodi contrastanti con il precario equilibrio e i primi accordi che si sono ottenuti ultimamente.

10 Luglio 2008 - Scrivi un commento
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