I due senatori prevedono di raggiungere tali risultati attraverso un sistema di sanzioni che colpisca principalmente i grandi inquinatori, ad oggi si pensa a multe nell'ordine dei 12-25 dollari per tonnellata di emissioni. Inoltre, sono previsti indennizzi e sussidi per le compagnie elettriche locali e aiuti e sconti per le forniture delle famiglie meno abbienti.
Unico vero punto nero del piano è il mantenimento del piano di espansione delle trivelle offshore che aveva annunciato Obama settimane fa. Si pensava di far passare l'atto anche in casa Repubblicana, ma oggi questa azione potrebbe rivelarsi come un vero e proprio autogol visto che già Lindsey Graham, Repubblicano e inizialmente terza firma del Power Act, ha preferito farsi da parte proprio a causa di questo punto. Lieberman e Kerry vanno comunque avanti: "Tutti sanno - ha dichiarato Kerry - che questa è l'ultima chance che il Congresso ha per approvare una legge organica sul cambio climatico e in tema dell'energia".
Con loro ovviamente c'è il Presidente Obama: "Ormai è chiaro che lo status quo non è più accettabile... questa legge mette l'America sul sentiero economico dell'energia pulita che con la costruzione di pannelli solari, pale a vento e batterie per auto, assicurerà occupazione e sviluppo...La tragedia del Golfo del Messico ci ricorda che dobbiamo raddoppiare gli sforzi per cambiare le nostre politiche energetiche. Per troppo tempo a Washington abbiamo lasciato questo compito alla generazione successiva. Ora è il momento di approvare la legge".
D'accordo con Obama sono anche le ONG ambientaliste - associate nel Clean Energy Works - che in un comunicato congiunto hanno voluto sottolineare la propria approvazione verso il Power Act, ma anche come questo sia solo il primo passo e che molti altri devono ancora essere fatti. "L'azione di oggi dei senatori John Kerry (Mass.) e Joe Lieberman (Connecticut), deve avviare una discussione al Senato sul futuro energetico degli Stati Uniti... Ogni giorno che il Senato non riesce ad approvare una legislazione completa sull'energia pulita ed il clima mettiamo la nostra economia, la nostra sicurezza nazionale e il nostro ambiente a maggior rischio. La stragrande maggioranza degli americani sostiene l'azione in materia di energia pulita e clima. L'inazione è troppo costosa e la sfida è troppo urgente".
Insomma tra un applauso e un cenno di approvazione si ritorna sempre lì, il piano di Kerry e Lieberman piace e va portato avanti, ma non basta. Non basta neanche la tassa di un centesimo per ogni barile di petrolio, sia perché un barile costa 80 dollari circa e un centesimo farebbe quindi solo il solletico alle multinazionali petrolifere, sia perché il piano prevede ancora altre trivellazioni.
Domenica scorsa in seconda serata durante il programma "Storie" sulla seconda rete nazionale è stato mostrato un servizio sulla più grande piattaforma offshore italiana nel Mediterraneo. Gli intervistati erano lavoratori sorridenti e soddisfatti, contenti di lavorare in piattaforma e solo con una ovvia nostalgia della famiglia. Non un difetto, non una lamentela, non una spiegazione dei rischi per le persone e per l'ambiente.
Nelle settimane successive alla tragedia causata dalla BP, non si racconta la realtà delle trivellazioni in mare aperto per quella che è, nei suoi lati positivi e negativi, dimostrando così di non avere a cuore l'interesse del pianeta e della gente. Aspetteremo che una tragedia simile colpisca il Mediterraneo per riflettere e approfondire l'argomento? Solo allora saremo in grado di elaborare in tutta fretta un piano energia, un po' come si vuole fare adesso con la legge anti-corruzione? Speriamo solo che quando avverrà non sia troppo tardi.
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