Mario Palazzetti, la "sua energia" e il nucleare

Abbiamo già parlato recentemente del Totem, la geniale invenzione dell’ing. Mario Palazzetti che, oltre ad una riduzione enorme di sprechi, consumi di energia, costi ed emissioni di CO2, potrebbe aiutare concretamente nella riconversione (già iniziata in questo periodo in Germania grazie alla Volkswagen) dell’industria automobilistica. In Italia però si continua a parlare di nucleare. Micro-cogenerazione e nucleare: non è la prima volta che si parla contemporaneamente dei due.

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di Andrea Bertaglio

nuclare palazzetti energia
“L’effetto del nucleare nei confronti del Totem e verso tutte queste pratiche che volevano utilizzare meno energia è stato quello di far percepire alla gente come solo il nucleare, appunto, avrebbe risolto tutti i problemi”
Ingegner Palazzetti, cosa comportò per il Totem l’avventura italiana nel campo del nucleare?

L’effetto del nucleare nei confronti del Totem e verso tutte queste pratiche che volevano utilizzare meno energia è stato quello di far percepire alla gente come solo il nucleare, appunto, avrebbe risolto tutti i problemi.

Visto che il nucleare poi è stato fermato, e visto che non è vero che risolve tutti i problemi legati all’energia, la cosa più importante era quella di sensibilizzare le persone sull’uso razionale della stessa.

È per questo che Lei, Maurizio Pallante e Tullio Regge avete fondato, nel 1988, il Comitato per l’Uso Razionale dell’Energia?

Lo spirito con cui abbiamo fatto questa scelta non era, come può essere oggi, di partecipare al clamore sulle energie rinnovabili ecc, ma era piuttosto quello di tenere accesa una fiammella in un’epoca in cui l’energia veniva considerata meno che niente. Bisognava infatti ricordarsi che aver detto di no al nucleare voleva dire aver lasciato ancora tutto così come era. Ecco perché abbiamo deciso di fare una cosa che avevamo percepito come altamente impopolare. Oggi abbiamo ancora il nucleare sbandierato come un modo per non impegnarci troppo.

Pensa che oggi andrebbe diversamente?

Questa domanda è molto opportuna, perché personalmente penso che oggi siamo più o meno nella stessa situazione in cui eravamo nel 1988.

Negli anni settanta c’era già una sorta di scontro tra chi difendeva l’energia nucleare e chi quella solare. Lei era in una posizione anomala, invece, perché “tifava” per l’efficienza. Il risparmio di energia è quindi più importante della discussione sulle fonti da utilizzare?

Io difendevo l’efficienza perché era il modo migliore per avere un minore impatto, infatti tutte le fonti di energia hanno un impatto ambientale. Poi usare bene l’energia era un atto doveroso, qualunque fosse stata la sua fonte. Solare, nucleare, petrolio, al di là di ogni discussione l’energia andrebbe sempre usata bene, razionalmente.

fiat palazzetti
“Quando si optò per il nucleare in Italia era la Fiat che lo doveva “fare”, quindi la comparsa dell’energia nucleare ha funzionato da “stopper” nei confronti del Totem”
La comparsa del nucleare in Italia limitò la diffusione del Totem solo per la tendenza delle persone ad un uso “irrazionale” dell’energia?

Quando si optò per il nucleare in Italia era la Fiat che lo doveva “fare”, quindi la comparsa dell’energia nucleare ha funzionato da “stopper” nei confronti del Totem. Tanto che fu venduto come iniziativa dalla Fiat ben prima della sua decisione di uscire dalla vicenda nucleare stessa.

In che senso era la Fiat doveva “fare” il nucleare?

La Fiat aveva competenze in quel settore: aveva la centrale di Trino ed aveva già, negli anni sessanta, disegnato nei particolari una nave a propulsione nucleare; aveva anche la capacità di fare turbine. Quindi aveva la possibilità di entrare nel settore dell’energia.

Il Totem si è trovato dunque al posto sbagliato nel momento sbagliato?

Evidentemente la Fiat non avrebbe mai ingaggiato una battaglia con l’Enel o l’Eni sulla questione di questa “macchinetta”. Il Totem sarebbe stato interessante per la Fiat nel settore auto. Usava infatti la tecnologia del motore di un’auto. Il resto era assemblaggio di componenti già esistenti. Andava quindi bene perché non c’erano da inventare nuove tecnologie particolari, ma il sistema era nuovo.

Al di là del Totem, cosa ne pensa del nucleare?

Il nucleare come al solito va bene per enti come l’Enel, che sanno gestire grandi impianti, ma non sanno gestire il diffuso. Infatti anche adesso gestiscono il solare proprio perché lo devono fare, non lo fanno spontaneamente. Questo perché nascono con una cultura del centralizzato. È questo che gli rende difficile convertirsi ad una rete intelligente ed alla generazione diffusa. Nonostante la nascita di nuovi soggetti, questa è una problematica non solo dell’Italia, ma che si ha a livello globale: in tutti i Paesi c’è questo tipo di situazione.

Una curiosità: cosa ne pensa dell’idrogeno come “fonte di energia”?

Rimane una bufala, nel senso che l’idrogeno rimane un vettore energetico e tra i vettori energetici è anche molto scadente. Quindi non si può nemmeno parlare di esso “fonte di energia”.

energia idrogeno
“Non essendo una fonte di energia ma un vettore energetico va confrontato con altri vettori energetici, per esempio con l’energia elettrica”
In effetti ci vuole elettricità per produrre idrogeno…

Non essendo una fonte di energia ma un vettore energetico va confrontato con altri vettori energetici, per esempio con l’energia elettrica. Quindi se uno ha dell’energia elettrica, di sicuro non gli salta in mente di fare l’elettrolisi per produrre dell’idrogeno e cominciare da capo. In questo senso il vettore energetico principe è l’energia elettrica.

Che cosa porta allora persone del calibro di Jeremy Rifkin a supportare così tanto l’idrogeno?

Il fatto che abbia pigliato un granchio. La filosofia di Rifkin è perfetta per il Totem alimentato ad esempio a metano. Non si capisce proprio, leggendo i suoi libri, perché sia caduto nella trappola dell’idrogeno.

Ci sono molte alternative ormai all’energia nucleare…

Non ci sono alternative se non facciamo un tubo di niente. Io pur non essendo mai stato un nuclearista non mi opporrei nemmeno al nucleare, se prima si fosse fatto tutto ciò che si poteva. Qui però non è così, perché non si fa assolutamente niente.

Certificazione energetica degli edifici, energie rinnovabili: perchè non hanno avuto ancora lo sviluppo e la diffusione che meriterebbero?

L’eolico, dove c’è vento, è senz’altro una fonte che si ripaga. Il solare non si ripaga, quindi senza incentivi fortissimi non si può sviluppare. Per quanto riguarda invece l’uso razionale dell’energia sono stati fatti degli sforzi, ma si è fatto peggio laddove non costava niente, ossia nell’introduzione massiccia e corretta della certificazione energetica degli edifici. È vero che, sotto la spinta europea, sono state fatte delle leggi.

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“È vero che, sotto la spinta europea, sono state fatte delle leggi. Ma siamo riusciti ad ingarbugliare il discorso tanto da farlo percepire come un mero provvedimento burocratico”
Ma siamo riusciti ad ingarbugliare il discorso tanto da farlo percepire come un mero provvedimento burocratico, invece che come una difesa sia del compratore che del venditore. E questo è imperdonabile. Certificazione edilizia e pagamento a consumo dell’energia, si dovrebbe partire da lì. Cosa che dovrebbe essere fatta, secondo l’Unione Europea, entro il 2010. Per quello che si vede all’orizzonte, non mi sembra che succeda molto. Questa è veramente la parte più importante.

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11 Marzo 2010 - Scrivi un commento
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