Oggi, per una volta, abbandoniamo le grandi città e le lotte contro la privatizzazione, per spostarci in un piccolo centro sardo, Villaurbana, un paesello di neanche duemila abitanti in provincia di Oristano. Qui il 23 dicembre scorso il Comune ha inaugurato il curioso progetto “Abba de Bidda”, approvato con voto unanime dalla giunta pochi mesi prima.
Ecco in cosa consiste. Nella piazza del paese è stata istallata una fonte pubblica presso la quale tutti possono andare riempire gratuitamente le proprie bottiglie. Fin qui niente di nuovo. Senonché l'acqua è depurata, refrigerata e disponibile sia liscia che frizzante. Una sorta di distributore di acqua “alla spina”, che attinge alla rete idrica del comune.
A vederlo dal fuori questo fabbricato di 60 metri cubi sembra una casetta – difatti sono in molti già a chiamarla "la casetta dell'acqua" – ma al suo interno nasconde un'architettura complessa. Dalle tubature, l'acqua viene passata attraverso un impianto di trattamento a micro-filtrazione (o osmosi) sistemato all'interno di un box; infine passa attraverso un impianto refrigerante e a parte di essa viene aggiunto il gas, rendendola frizzante. Non resta che posizionare la bottiglia sotto al beccuccio, premere il bottone e il gioco è fatto.
In Sardegna, i primi varare il progetto furono gli amministratori di Putifigari, vicino ad Alghero. Villaurbana è arrivata subito dopo e adesso in tutta la regione si moltiplicano le voci di chi vuole le fonti di acqua pubblica, si tratti di un paesino minuscolo o di una città come Nuoro.
I costi, di circa 50 mila euro fra istallazione e manutenzione, sono tutti a carico del Comune, che si incarica anche di pagare la “bolletta” dell'acqua.
Il progetto sembra funzionare, e piace a tutti. Agli anziani, ad esempio, ricorda quando salivano alle sorgenti carichi di bidoni e facevano il carico per la settimana. Tempi diversi, irripetibili. “Oggi, quando piove, le fonti regalano getti torbidi e le gente ha paura”, spiega Luca Casula, sindaco trentottenne del comune.
A ciò si aggiunga un risparmio medio stimato in 250 euro annui sull'acquisto di acqua in bottiglia e il gioco è fatto. Ecco che i sardi, che occupano il primo posto nella classifica italiana dei consumatori di minerale con 400 milioni di bottiglie – e 12 milioni di spesa – ogni anno, si votano improvvisamente al consumo di acqua pubblica.
Ci sono guadagni anche per il comune, che risparmia sul riciclo del pet comunemente usato per le bottiglie cifre ragguardevoli che, a detta del presidente di Acque Pubbliche Daniele Filippino, si aggirano sui “50 mila euro annui per un comune di 10 mila abitanti”. Non solo. “Il compimento integrale del progetto è in grado di dare occupazione a 100 persone”.
Insomma la soluzione delle fonti pubbliche sembra una panacea ai mali universali dell'acqua. Non è del tutto vero. Per quanto la trovata sia buona ed originale, il tema dell'acqua rimane comunque una questione controversa. In Sardegna ad esempio il controllo delle risorse idriche è stato affidato al gestore unico Abbanoa, una società per azioni a partecipazione pubblica, al quale i cittadini pagano i propri consumi.
Le bollette di Abbanoa peraltro sono già da tempo al centro di polemiche: da quando la società è subentrata ai comuni nella gestione dell'acqua (era il 2006) i prezzi sono più che raddoppiati, e pare non ci siano neppure i soldi per riparare tubature vecchie e difettose (fonte: unionesarda.ilsole24ore.com).
Resta poi il fatto dei 50 mila euro iniziali. Dov'è che un paesino così piccolo ha trovato le risorse per un tale investimento? La risposta sta nel mega impianto eolico da 41 pale sorto sul crinale del Grighine ad opera del colosso danese Greentech, che ogni anno rimpingua le casse del comune con 250 mila euro. L'impianto era stato in un primo momento bloccato dalla giunta Soru per motivi paesaggistici e di impatto ambientale, ma ha avuto infine il via libera dal Tar.
Insomma, per quanto le fonti pubbliche abbiano prodotto il buon effetto di ridurre il consumo di acqua in bottiglia, esse si collocano in un contesto dominato da colossi economici estranei alle economie tipiche di un minuscolo comune nel cuore della Sardegna.
Il rischio è che passi il messaggio che un'apertura incondizionata a tali potenze porti soltanto guadagni ed aspetti positivi. Che pur di promettere l'istallazione di una manciata di fonti pubbliche si spalanchino le porte alle multinazionali. Se mancano i soldi, meglio bere l'acqua del rubinetto, pazienza se non ha le bollicine.
Acqua S.p.a.
Un'inchiesta a tutto tondo sull'acqua e sui mille scandali che le ruotano attorno, in italia e non solo:... Continua... |
Geopolitica dell'Acqua
L'acqua è alla base della vita del pianeta. è, dunque, un bene comune o un bene economico? l'acqua è la... Continua... |
Acqua con Giustizia e Sobrietà
In acqua con giustizia e sobrietà, l'autore affronta in otto capitoli il problema dello spreco,... Continua... |
Un Pianeta Senz'Acqua
«il nilo in egitto, il fiume giallo in cina, l'indo in pakistan, il colorado e il rio grande negli stati... Continua... |