Ricostruiamo brevemente gli eventi. Il 19 gennaio il XVI Municipio di Roma approva a maggioranza assoluta una delibera che impegna il Comune ad esprimersi sulla modifica del proprio Statuto, al fine di “dichiarare l'acqua un bene pubblico inalienabile”.
La risposta di Alemanno è immediata. Il giorno seguente dichiara in un'intervista al Sole 24 Ore di voler anticipare di ben cinque anni i tempi di attuazione del Decreto Ronchi, facendo scendere la partecipazione del Comune – che attualmente si attesta al 51 per cento - al 30 per cento entro il 2010. Alcune inchieste svelano come dietro questa improvvisa “fretta” - che peraltro contraddice alcune dichiarazioni precedenti dello stesso Alemanno, che all'assemblea FAO dello scorso novembre si era schierato “contro la mercificazione dell'acqua” - si celino i lunghi tentacoli dell'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, già in possesso del 7 per cento di Acea ed interessato ad ottenerne una quota di maggioranza.
Dunque il Sindaco non perde tempo e convoca per l'11 febbraio un Consiglio comunale straordinario per discutere del futuro di Acea. Pochi dubbi sul fatto che sia l'inizio del percorso di privatizzazione.
Le associazioni comprendono che il momento è cruciale e non c'è tempo da perdere. Non si può più attendere la manifestazione nazionale per l'acqua pubblica prevista a Roma per il 20 marzo, bisogna agire prima. Ecco che il Crap organizza quindi un presidio in Piazza San Marco che dovrebbe tenersi sempre l'11 febbraio alle ore 17 (l'orario potrebbe subire variazioni. Per aggiornamenti consultare il sito www.acquabenecomune.org).
Il presidio è aperto a tutti. Maggiore sarà l'affluenza di persone, più chiaro sarà il messaggio. Parallelamente il Crap organizza un'azione dal basso nelle sedi dei singoli Municipi, cercando di far approvare delibere simili a quella del XVI.
Nel video inserito qui di seguito Paolo Carsetti, uno degli organizzatori della manifestazione nazionale del 20 marzo, si rivolge a tutti i Consiglieri Municipali chiedendo loro di schierarsi apertamente contro la privatizzazione.
Certo, può apparire una lotta di Don Chisciotte contro i mulini a vento, la battaglia dei cittadini contro i potenti ingranaggi dell'economia di mercato. Ma se il folle cavaliere errante era solo, questi al contrario sono in tanti, a gridare a gran voce che l'acqua che sgorga dalla terra appartiene a tutti e che nessuno gliela può sottrarre. Chissà che per una volta non siano i mulini ad avere la peggio.
Unisciti ai partecipanti al presidio per L'acqua pubblica.
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