Una storia che gli abitanti di questo paesino - meno di tremila nel cuore dell'Andalusia - hanno iniziato a scrivere, con tenacia, alla fine degli anni '70, dopo la caduta del franchismo. Una storia che hanno scelto di vivere tutti da protagonisti costruendo in prima persona una democrazia a tutto tondo, non solo politica – “vado a votare ogni quattro anni, e tanti saluti” - ma sociale ed economica, perché tutti contano allo stesso modo nelle scelte comuni e la ricchezza individuale non è base per discriminazioni.
Si potrebbe cominciare a raccontare questa storia dalle sue ultime battute e meravigliarsi, mentre intorno il resto della Spagna fronteggia la crisi economica e immobiliare, a Marinaleda i cantieri sono in piena attività. Si costruiscono case. Case per tutti.
La ricetta è questa: sono i cittadini stessi a costruire gli immobili, con 420 giornate di lavoro e contraendo un mutuo di 15€ al mese per 133 anni; lavorano sotto la direzione di esperti e operai professionisti messi a disposizione dal Comune, con materiali forniti dal Comune, su un terreno che il Comune ha ceduto gratis, perché sul terreno non si specula, ma lo si mette a disposizione di chi può abitarci, lavorarci e trasformarlo in ricchezza.
Da questo strabiliante risultato, poi, si potrebbe dare un'occhiata alla storia passata, per provare a capire come mai questo piccolo miracolo si sia potuto concretizzare così.
E si scopre che questa storia collettiva però un po' ce l'ha, un personaggio che spicca, un protagonista, si chiama Juan Manuel Sanchez Gordillo, alcalde (sindaco) di Marinaleda fin dalle sue prime libere elezioni del 1979.
Un esponente della sinistra anticapitalista e libertaria per cui i cittadini hanno votato compatti per trent'anni, che ha speso i primi otto anni del suo mandato nel guidare la popolazione a riappropriarsi delle terre dei latifondisti per creare lavoro e ricchezza.
Qualcuno lo chiama comunismo e qualcuno accusa Gordillo di essere una sorta di Hugo Chavez locale, saldamente al potere da decenni e costantemente impegnato a indottrinare il popolo.
Ma intanto i media hanno scoperto Marinaleda, molti italiani ne hanno sentito parlare recentemente grazie al magazine Mediterraneo del Tg3 e persino il New York Times se ne è occupato.
E, soprattutto, Marinaleda da piccola e bizzarra comunità di nostalgici socialisti si è trasformata in un motivo di riflessione per gli spagnoli tutti, che vivono in un Paese dove gli ultimi quindici anni di speculazione immobiliare hanno lasciato quattro milioni di case vuote e due milioni di persone che un tetto sulla testa ce l'hanno a stento.
27 Ottobre 2009 - Scrivi un commento
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