Dopo i libri ormai noti di Serge Latouche, Maurizio Pallante, Paolo Cacciari, Mauro Bonaiuti e altri ancora, compare in Italia un altro saggio sulla Decrescita, l’ultimo in ordine di tempo. Si tratta di un testo che non si sovrappone ai precedenti, nel senso che non si limita a ribadire o a chiosare tesi ormai ben conosciute negli ambienti della Decrescita e dell’ecologismo: ben di più gli autori, oltre a confermare l’importanza di dette tesi, cercano di spingersi oltre, e di sviluppare ulteriori potenzialità racchiuse nell’idea della Decrescita.
Procediamo con ordine: innanzitutto si sottolinea che Decrescita evoca prioritariamente l’urgenza di una nuova direzione di civiltà, quale alternativa alla società della crescita illimitata: nonostante le riserve avanzate da alcuni critici, il termine, con la sua carica di sana provocazione, conserva una valenza assai positiva, anche perché evita le contaminazioni con lo “sviluppo sostenibile”, la cui ambiguità viene ormai denunciata da più parti (dato che in tale concezione la sostenibilità viene sostanzialmente neutralizzata e piegata alle esigenze dello “sviluppo”).
In aggiunta, occorre considerare che la logica sviluppista, oltre a comportare innumerevoli effetti collaterali fortemente distruttivi (inquinamento, perdita di biodiversità, desertificazione…), risulta ormai inefficiente e controproduttiva, rispetto a certi sistemi produttivi tradizionali (questo a condizione di esaminare tutti i fattori relazionati ai processi produttivi, e non solo alcuni, come vorrebbero gli economisti di parte sviluppista, che ignorano volutamente le “esternalità negative”).
Un altro problema, fino ad oggi poco trattato nell’ambito della Decrescita, riguarda il rapporto tra consumo di carne, ideologia sviluppista ed impatto ambientale: gli allevamenti e la dieta carnea vanno respinti sia per motivi etici (richiedono sconfinate sofferenze animali), sia per motivi socio-ambientali (implicano inquinamento, erosione e spreco di risorse, ingiustizie sociali, fame nel mondo…).
In una prospettiva di Decrescita, il rifiuto della carne e degli allevamenti assicura una drastica riduzione dell’impronta ecologica, e fornisce un contributo indispensabile per un nuovo spazio di civiltà, incentrato sul superamento dell’antropocentrismo e su una visione post-sviluppista del mondo.
In questo contesto, la Decrescita si arricchisce di nuove elaborazioni che riguardano: il veganismo, l’ecocentrismo e l’ecologia profonda (in quanto superamento dell’antropocentrismo, del personalismo e dell’ecologia superficiale); il pluralismo (in alternativa al pensiero unico e al “furore universalista”); il dialogo interculturale alla Panikkar (in alternativa al dogmatismo religioso ed all’esclusivismo); un modello scientifico attento alle interconnessioni (in grado di oltrepassare i limiti della scienza meccanicista, rivolta al dominio e al sezionamento della natura)…
Nell’intervista a Fritjof Capra si trovano molti riferimenti a quanto sopra: in particolare per quanto riguarda il superamento del meccanicismo e l’affermarsi di una nuova scienza (che lui chiama “sistemica”), gli ecosistemi come modelli di sostenibilità, l’importanza della diversità biologica e culturale, ed infine l’ecoalfabetizzazione.
Quest’ultima nozione risulta molto promettente, e quanto ad essa c’è un lavoro enorme da svolgere: fino ad oggi la Decrescita non si è impegnata su questo fronte così decisivo, e proprio per questo il libro si chiude con un invito ad intervenire organicamente anche nel settore educativo, considerando che questo è attualmente monopolizzato e sottomesso all’apparato sviluppista: basti riflettere sul fatto che le varie discipline scolastiche sono permeate di ideologia sviluppista in modo esplicito o surrettizio.
Occorre perciò modificare l’impianto antiecologico delle varie discipline, e promuovere l’ecoalfabetizzazione su ampia scala, affinché la Decrescita non resti un messaggio di nicchia e possa ispirare un’effettiva democrazia ecologica e partecipativa.
Breve Trattato sulla Decrescita Serena
La decrescita - sostiene l'autore - non è la crescita negativa. sarebbe meglio parlare di "acrescita", così... Continua... |
La Felicità Sostenibile
Ii modello economico, sociale e politico dominante sta crollando sotto i colpi della crisi finanziaria... Continua... |
La decrescita felice
I segnali sulla necessità di rivedere il parametro della crescita su cui si fondano le società industriali... Continua... |