L’incursione di Grillo al presidio No-Tav, accompagnato da Davide Bono, candidato alle regionali per il “movimento 5 stelle”, interrompe l’isolamento politico della valle di Susa, costringendo i media a riaccendere i riflettori sulla protesta: la Torino-Lione è un’opera devastante, costosissima e completamente inutile? Gli italiani devono sapere che si indebiteranno per miliardi, ad unico vantaggio dei consorzi d’imprese ingaggiati per la realizzazione di una linea oblsoleta, che nasce già morta: irrilevante per l’incremento del traffico di passeggeri e del tutto inutile per il traffico delle merci visto che, una volta in Francia, non potranno correre sulla linea veloce francese.
Fermato nel 2005 a furor di popolo il primo progetto, la Torino-Lione non è mai stata messa in discussione dalle istituzioni, che peraltro non ne hanno mai dimostrato l’utilità. Attraverso l’Osservatorio-Tav presieduto da Mario Virano, le autorità hanno preso tempo aprendo un dialogo coi Comuni sull’impatto dell’arteria ma, di fronte alla campagna di trivellazioni geognostiche scattata ora per non perdere i primi 700 milioni stanziati dall’Unione Europea per i sondaggi propedeutici alla stesura del nuovo progetto, i Comuni hanno ribadito il proprio “no” e l’Osservatorio ha rifiutato la legittima rappresentanza dei valsusini, impersonata dal nuovo presidente della Comunità Montana, Sandro Plano. Come nel 2005, le trivelle sono quindi entrate in azione di notte, scortate dalla polizia, prendendo di sorpresa il presidio dei militanti.
Dopo la prima visita nei giorni scorsi del leader della sinistra, Paolo Ferrero, accorso al presidio di Susa, è l’incursione di Beppe Grillo – già presente nel 2005 con Dario Fo al fianco dei No-Tav – a ridare fiato alla resistenza della valle “ribelle”. «Siete dei disperati, avete contro il potere dei miliardi, eppure sono i piccoli gruppi a fare i grandi cambiamenti», si sgola il comico. «Pensate alla Cina. Se Mao vedesse la Cina capitalista di oggi si sparerebbe nei coglioni, ma là il cambiamento è partito da una sessantina di famiglie di agricoltori, 200 persone che un giorno decisero di non dare più i frutti del loro lavoro al governo, ma di venderseli per conto loro. C’era la pena di morte, rischiarono. E iniziarono così il processo di cambiamento di un miliardo di persone. Bene, voi siete quei cinesi».
Applausi a scena aperta, al presidio di Susa, attorno al tribuno genovese assediato da microfoni e telecamere: «I dati che presuppongono i lavori sono vecchi e si riferiscono a prima del 2000, adesso il 50% dei camion che girano in Europa sono vuoti e questi invece vogliono ampliare le infrastrutture sulla base di un flusso merci fasullo. Io devo prendere delle sostanze allucinogene per sentire i discorsi di Bresso e Chiamparino: loro dicono che, con noi, cent’anni fa non sarebbe stato costruito il tunnel del Frejus. Ma cent’anni fa non c’era una classe politica che rubava su qualsiasi cosa».
Grillo ripete quello che i valsusini già sanno, «e che i media troppo spesso non dicono». La novità è questa: il comico ha fatto lo show, trascinandosi dietro giornalisti e telecamere, offrendo battute e verità taglienti. «Non sono le merci a dover circolare, ma le idee. Lo dice la storia dell’umanità. Colombo non imbottì le caravelle di pomodori, ma di semi, cioè di informazioni: quelle sì che devono circolare».
Strategia vincente? Comunicare, usando la rete: «Tutto quello che non registrate e non filmate, non esiste. La nostra lotta è rendere pubblico quello che succede. Non dobbiamo aspettare i media che mediano. Noi non abbiamo bisogno di mediare nulla: la verità non si media. Solo se filmi tutto fai vedere in faccia chi dice no e chi dice sì – solo per soldi – a questa volgare presa per il culo».
Ben accolto dai No-Tav, a cui offre spazio da anni sul proprio blog indipendente, il comico genovese è sembrato pienamente consapevole dell’importanza del suo blitz a Susa, in un momento così delicato, dopo i recentissimi blocchi dimostrativi lungo autostrada e ferrovia alla vigilia della manifestazione del 23 gennaio, che servirà a quantificare la consistenza numerica del movimento, dopo anni di resistenza.
«Se arriverà la polizia dobbiamo essere dolci, buoni, dobbiamo tirargli delle caramelle al miele. Sono persone che hanno gli stessi problemi nostri. Io ci parlo, coi poliziotti antisommossa, quelli che fanno le scorte a questi malavitosi veri. Non ce la fanno più! Sono al limite! Sanno di andare contro i propri fratelli, cugini, parenti. Perciò fate omaggi, ai poliziotti. Trattateli bene».
Articolo tratto da Libre, associazione di idee
21 Gennaio 2010 - Scrivi un commento