ORMONI VEGETALI O FITORMONI. QUALCHE INFORMAZIONE
Se lo sviluppo naturale degli animali è affidato all’attività degli ormoni e del sistema nervoso, nelle piante sono solo i primi a svolgere tale funzione. Gli ormoni vegetali, detti fitormoni, non posseggono una specificità particolare e quindi possono esercitare funzioni differenti, come nel caso di:
-AUXINE: sostanze che promuovono la crescita dei germogli mentre inibiscono quella delle radici, accellerano la maturazione dei frutti e ostacolano la loro caduta.
-GIBBERELLINE: come le auxine, stimolano la fioritura e la crescita dei frutti e inducono alla germinazione, anche al buio, i semi che normalmente necessitano di luce.
-CITOCHININE: potenti attivatori della divisione cellulare.
-ACIDO ABSCISSICO: contrariamente agli ormoni precedenti, questo acido (presente in tutte le specie vegetali all’esclusione delle alghe e delle epatiche) svolge una funzione inibitrice sul metabolismo e sullo sviluppo della pianta in quanto blocca la germinazione dei semi provocandone la dormienza.
Perché lo sviluppo della pianta sia armonico e le sue proprietà rimangano integre è necessario che la qualità e la quantità degli ormoni vegetali che la compongono siano sapientemente dosate tra loro. È da sempre la natura a garantire la continuità e la spontaneità di questo equilibrio perfetto, che gli «esseri superiori» avevano la fortuna di dover solo godere. Ma come sempre l’uomo supera se stesso nel demolire, dietro l’alibi di un continuo progresso-miglioramento, ciò che era già perfetto in sé.
Sono ormai indiscutibili i benefici che derivano all’uomo da un consumo abituale di frutta e verdura. Svariati studi hanno infatti dimostrato come determinate sostanze (antiossidanti, betacarotene, vitamine) aiutino a prevenire gli infarti e a limitare i rischi di tumore. Si deve poi all’Institute of Food Research (Ifr) britannico lo studio sulla pectina, un polisaccaride contenuto nella parete cellulare dei vegetali che inibirebbe una proteina responsabile dello sviluppo del cancro. I flavonoidi, invece, presenti in certi frutti (mirtilli, more, albicocche, lamponi) e nel tè verde, agiscono contro i radicali liberi contribuendo a rallentare l’invecchiamento fisico e cerebrale.
Purtroppo gli studi hanno altresì dimostrato come negli ultimi quindici anni frutta e verdura abbiano perso quasi il 50% delle loro proprietà nutritive, vitamine e sali minerali. La causa di questo impoverimento è da rintracciarsi proprio nei procedimenti di produzione e conservazione delle stesse e nell’aumento esponenziale dell’inquinamento del terreno.
BELLI…E BUONI!
«Esiste una varietà incredibile di piante commestibili che non conosciamo nemmeno e che dovrebbero entrare a far parte della nostra dieta» ha rivelato il botanico Libereso Guglielmi, in occasione del Festival della Salute di Viareggio.
Che ne dite allora di un antipasto di tulipano al formaggio, seguito da una frittura di glicine e acacia e, per digerire, una buona tisana all’ortica?
Fiori squisiti, sotto ogni punto di vista, belli quanto saporiti e sicuramente salutari!
La soluzione migliore e più sicura è sicuramente quella di coltivare queste piante nel giardino di casa. Ma anche per la maggior parte di noi, « fortunati » affittuari di un appartamento in città, l’alternativa esiste: è sufficiente avere a disposizione un terrazzo o un balcone (un vaso di medie dimensioni può contenere fino a dieci piantine).
E per chi preferisce il sano al «bello», alcune semplici precauzioni:
-preferire i prodotti di stagione
-acquistare frutta e verdura provenienti da «agricoltura biologica»
-diffidare del termine «verde» non sempre sinonimo di naturale.
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