Nonostante ciò continua ad essere in ascesa ovunque e sia governanti, economisti, imprenditori, sindacati, forze politiche di qualunque schieramento, da sinistra a destra, centro compreso, invocano una ripresa della Crescita per uscire dalla crisi che uno sviluppo irrazionale, la cui parola d’ordine è “Crescita ovunque e sempre”, fine a se stessa, ha provocato.
E’ come voler spegnere il fuoco con la benzina. C’è la possibilità di far crescere qualcosa? Che siano capannoni che rimarranno vuoti, palazzi con appartamenti invenduti, inutili opere pubbliche, autodromi al lato di aree ambientali protette e su falde acquifere, estrazione di ghiaia vicino ai fiumi, depositi sotterranei di gas in zone sismiche, grandi mega complessi ospedalieri inumani e quant’altro offre la possibilità di investire enormi quantità di denaro con la scusa che creerà occupazione e farà crescere il PIL… a prescindere dalla reale utilità sociale, dall’impatto sulla natura (che è la vera portatrice di vita e benessere) …tutto ciò è bene, a priori, non è da mettere in discussione, e chi osa è un eretico che si oppone al progresso. Il Verbo e Dio da osannare è la “Crescita”.
Coloro che si rifiutano di adeguarsi praticando diversi stili di vita che diminuiscono i consumi, che autoproducono cibo come i nostri nonni, che riparano gli oggetti rotti, che si rifiutano di comprare qualcosa solo perché è uscito l’ultimo modello o cambia la moda… tutta questa gente è considerata eretica, perché adora il Diavolo: la Decrescita!
A pochi viene in mente che il PIL, Prodotto Interno Lordo, non misura la felicità e il benessere, come affermato nel discorso di Robert Kennedy il 18 marzo 1968. Pochi sanno, persino tra gli addetti ai lavori, che è ormai ampiamente dimostrato che la crescita economica di una nazione aldilà di certi valori non ha alcuna relazione con l’aumento del benessere e della felicità dei suoi cittadini, e finalmente lo sta riportando all’attenzione dell’Europa il presidente francese Sarkozy commissionando una ricerca specifica per un indicatore diverso.
Tutto ciò ha dato l’avvio ad un movimento poco visibile ma molto diffuso, persino di individui che non sanno di farne parte, ma la praticano da sempre, un popolo che segue la Decrescita, onorando i nostri nonni e antenati perché ne riscopre le raffinate ed ecologiche tecniche costruttive, l’artigianato, la preparazione dei cibi, i valori di semplicità, sobrietà, risparmio, buon senso, convivialità.
Questa gente, da quando ha deciso di opporsi al Dio della Crescita, ha scoperto di vivere più felicemente, ha scoperto una vita in cui la ricchezza è data da cose che i soldi non possono assolutamente comprare: piccoli cose e gesti quotidiani, soddisfazioni semplici, ma soprattutto, relazioni umane improntate all’amore, al rispetto, alla cooperazione, alla mutalità, all’eguaglianza, alla gilania, esattamente a valori opposti invocati dai seguaci del Dio Sviluppo. Costoro non fanno altro che sublimare l’egoismo e stimolare i più bassi istinti umani, in nome della competizione, del libero mercato, adoperano l’inganno, la forza (affiancata alla manipolazione mentale e dell’informazione) per arricchire oltre ogni misura pochi eletti, e proponendo come unico modo per ottenere qualunque risultato la lotta, la guerra, la distruzione, che sia chi è diverso, chi la pensa diversamente, o lo sporco, le malattie, la povertà, la guerra!
Quando sappiamo bene che ogni guerra (e noi occidentali siamo in guerra di fatto) e ogni “joint venture”, o “investimento” serve solo ad arricchire una minoranza, e ad esportare questo malato modello di società che sta uccidendo esseri umani, animali, ambiente e il pianeta stesso, come un cancro globale.
Il Verbo della religione imperante nel Terzo Millennio è il seguente: “Il Dio è lo Sviluppo, il Bene Assoluto è la Crescita.”
Di conseguenza seguaci del Diavolo sono tutti coloro che si oppongono allo Sviluppo, il Male assoluto è la Decrescita. Noi decrescentisti quindi, siamo gli eretici del terzo millennio…
Germano Caputo
Articolo tratto da www.decrescitafelice.it
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grazie per aver acuito questa consapevolezza
daniele