Dal 21 al 29 novembre 2009 un apposito comitato ha il compito di stimolare quanti più soggetti possibile - Enti e Istituzioni nazionali e locali, Autorità territoriali e Pubbliche Amministrazioni, Associazioni e Organizzazioni no profit, Scuole e Università, Aziende e Imprese, Associazioni di categoria, ecc.-, ossia i cosiddetti “Project Developer”, a mettere in piedi iniziative ed azioni volte alla riduzione dei rifiuti, sia a livello nazionale che locale.
Per la prima edizione italiana è stato formato un “Comitato promotore Nazionale”, composto dall’Osservatorio Nazionale Rifiuti, la Provincia di Torino, Rifiuti 21 Network, Federambiente, Commissione Nazionale Italiana UNESCO, AICA (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale), Legambiente, E.R.I.C.A. Soc. Coop., Eco dalleCittà.
Questa iniziativa, nata all’interno del Programma “LIFE+” della Commissione Europea, non ha solo un obiettivo di divulgazione e sensibilizzazione, ma dà anche modo agli Stati membri di perseguire le recenti disposizioni normative europee, soprattutto alla luce della direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE.
In Italia produciamo ogni anno 530 kg di rifiuti a testa, vale a dire quasi 32 milioni di tonnellate a livello nazionale. Cosa si può fare per ridurre una tale ed abnorme quantità di spreco di risorse? Un esempio può essere quello di iniziare ad usare prodotti acquistabili “alla spina” (detersivi, latte ecc) i quali, insieme all’uso di “sportine” che possano sostituire le buste di plastica alle quali ci hanno ormai abituati, porterebbe il nostro Paese ad una riduzione di 360 mila tonnellate all’anno di plastica gettate nell’immondizia. Un altro può essere quello di bere acqua del rubinetto (buona nel 68% di comuni italiani, sperando che con le recenti privatizzazioni non diventi più cara di quella in bottiglia!), che porterebbe ad un notevole risparmio economico, oltre che ad una riduzione di 205 mila tonnellate ancora di plastica ogni anno.
La plastica non è però l’unico tipo di materiale che si potrebbe iniziare a risparmiare. Facciamo altri esempi. Si può iniziare ad usare la carta, nei propri uffici, sia fronte che retro (il che porterebbe ad un risparmio di 10 kg di carta a persona ogni anno); autoprodurre la maggior quantità di beni possibile (l’esempio dello yogurt è forse il migliore, dato che quello reperibile sul mercato comporta la produzione di ben tre tipi di rifiuto: plastica, carta ed alluminio); lasciare sui banconi quei prodotti che hanno una quantità eccessiva di imballaggi; iniziare ad usare pannolini lavabili per i propri bambini; fare riparare ciò che si rompe, piuttosto che buttarlo subito via; donare ciò che non si vuole più, invece che gettarlo nel cassonetto…
La “Settimana” ha ricevuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oltre al Patrocinio del Presidente della Camera dei Deputati, on. Gianfranco Fini, e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. È ottimo che le Istituzioni, sia europee che nazionali, si stiano iniziando a porre certi problemi, ma il vero cambiamento, ancora una volta, può partire soprattutto dal nostro comportamento, dalle nostre scelte, dalle nostra abitudini.
Ricordiamo, bisogna ridurre e poi riusare, ancor prima che riciclare.
Per maggiori informazioni, sia sull’iniziativa ed i progetti presentati che sulla riduzione della produzione di rifiuti in generale, segnaliamo i due siti internet ufficiali della "Settimana": www.ewwr.eu e www.menorifiuti.org
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