Insomma, la gente si ammala - forse non al ritmo e con i morti di una pandemia ma abbastanza da far decretare negli USA lo stato di emergenza sanitaria - e Big Pharma si arricchisce con un vaccino potenzialmente pericoloso e probabilmente poco efficace, ma non solo.
La domanda di dosi - il cui costo si attesta sui 7,9 dollari l'una - è infatti, a seguito della campagna di terrore di questi mesi, esplosa al punto che la capacità produttiva arriva a soddisfare solo metà delle richieste. Se manca il vaccino, e contemporaneamente si dichiara che si tratta di una normale influenza, ecco allora spuntare immediatamente il sostituto: il buon vecchio Tamiflu. Il discusso antinfluenzale della Roche sembra essere considerato incomprensibilmente la panacea per qualunque influenza fuori dall'ordinario, l'aviaria nel 2005 la suina oggi.
Discusso e incomprensibilmente acquistato. Già nel 2005 il Tamiflu o Oseltamivir (nome del farmaco generico) stava per essere tolto del mercato a causa delle scarse vendite dovute all'altrettanto scarsa efficacia del farmaco stesso nella cura dell'influenza, poi il miracolo: si aprirono i cieli e dalla coltre di nubi che circonda il Tamiflu, uscì uno storno di polli volanti infetti. Milioni di scatole del miracoloso medicinale vengono comprate preventivamente dai diversi stati e il Tamiflu si trasforma in uno dei farmaci più venduti di sempre.
Oggi la storia si ripete, con un aggravante. Le vendite dell'Oseltamivir della Roche si sono decuplicate negli ultimi mesi fino a far guadagnare alla multinazionale svizzera 994 milioni di franchi svizzeri nel periodo tra luglio e settembre di quest'anno. L'aggravante è che cominciano ora a comparire dati che dimostrano come in Giappone - dove il farmaco è molto usato - l'uso dell'antivirale pare legato ad alcuni casi di disturbi comportamentali e addirittura di morte in bambini piccoli.
Il Focetra utilizzato in Italia è aggiunto del coadiuvante squalene, il Tamiflu finora considerato quanto meno inutile, comincia anch'esso a Iasciare la sua scia di dubbi, di pericolosità e di primi colpiti dagli "effetti collaterali". In questo scenario il boom economico di questi mesi di Big Pharma - adeguatamente aiutato e sostenuto dai governi occidentali - appare quanto meno eccessivo. Eccessiva, ma soprattutto fuori luogo appare anche la dichiarazione entusiasta dell'OMS che stima per il vaccino contro l'A-H1N1 un giro di affari complessivo di circa 20 miliardi di dollari.
La domanda a questo punto sorge spontanea: l'Organizzazione Mondiale della Sanità si preoccupa della nostra salute o degli interessi di Big Pharma? E ancora, il vaccino serve a curare l'influenza A o a superare la crisi economica?
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