La prima domanda a cui si dovrebbe rispondere è: quante persone si sono ammalate? E il punto interrogativo pare destinato a rimanere tale, perché nessun organismo, nazionale o internazionale, è in grado di dare una risposta malgrado i toni di ufficialità. I motivi sono molteplici:
- molti degli ammalati la prendono in forma talmente leggera che neppure avvertono il medico, rimanendo così fuori dalle statistiche;
- il test per l'influenza NON si fa. E' costoso, e richiede tempo: non sognamoci neppure di pensare che chiunque vada dal medico starnutendo venga sottoposto su due piedi a un bel test per poi sentirsi dire "E' suina, signora, senza offesa. Ecco, si prenda il Tamiflu”.
La diagnosi si fa "a occhio" ed è lasciata alle capacità del medico (che tira i dadi, visti i sintomi uguali a ogni altra influenza). Vengono testati solo coloro che si presentano in ospedale con gravi complicazioni.
- si vocifera che in alcuni Paesi, per precauzione, la direttiva sia quella di diagnosticare come H1N1 qualsiasi forma influenzale. Anche qui, le statistiche vengono dunque falsate ma in direzione contraria.
Risultato, un casino impossibile da sbrogliare. D'altronde non è forse colpa di nessuno: è influenza, non morbillo o peste bubbonica, e non solo si verifica con livelli di gravità diversissimi ma ha sintomi comunissimi.
Guardando la mappa, possiamo vedere che ad esempio in Italia ci sono 624 casi ufficiali. A Malta, isoletta nostra vicina, ben 118: nessuna proporzione. E neanche possiamo dare la colpa ai soliti extracomunitari, visto che in Tunisia se ne riportano appena 19. Paradossale anche il confronto tra Regno Unito, vero lazzaretto d'Europa con oltre 117 mila casi, e la sua vicina Irlanda che ne conta appena 552. Quasi 14 mila casi in Spagna, e soltanto 212 nel vicinissimo Portogallo.
Dato che non esistono muri tra i Paesi, e che non si viaggia in carrozza, non possiamo che concludere che questi dati non abbiano né capo né coda. I dati ufficiali non sono che la dimostrazione che è impossibile monitorare correttamente l'andamento del contagio, a meno di spendere miliardi per testare l'intera popolazione al primo starnuto, e che ogni Paese usa i propri parametri e si regola a proprio piacimento.
Tutto ciò ha le sue ovvie conseguenze. E' impossibile quindi stabilire la contagiosità, la morbilità, la diffusione; è impossibile stabilire l'effettiva necessità del vaccino, o la sua futura efficacia. Nessun calcolo ha la minima attendibilità, con questi presupposti.
Un casino vero.
Articolo di Debora Billi tratto da Crisis
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