Influenza suina. Un monitoraggio impossibile

Tv, internet, giornali, chiacchiere da bar: ovunque ci si trovi, da mesi ormai, è impossibile non sentir parlare di “influenza A”. Eppure, nonostante questo tanto discutere, i dati ufficiali non sono che la dimostrazione che è di fatto impossibile monitorare correttamente l'andamento del contagio. Vediamo perché…

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influenza
Si vocifera che in alcuni Paesi, per precauzione, la direttiva sia quella di diagnosticare come H1N1 qualsiasi forma influenzale
Non ce ne siamo dimenticati, tutt'altro. Abbiamo intenzione di approfondire il discorso, partito fin dalla scorsa primavera, sull'H1N1. Che, peraltro, mi ostino capricciosamente a chiamare influenza suina, mentre la stampa la chiama "influenza A" per tema che l'astuto cittadino smetta di acquistare salami. E' stato divertente vedere al TG un povero medico ospedaliero impicciarsi con la lingua mentre tentava di ricordarsi come doveva chiamarla davanti alle telecamere.

La prima domanda a cui si dovrebbe rispondere è: quante persone si sono ammalate? E il punto interrogativo pare destinato a rimanere tale, perché nessun organismo, nazionale o internazionale, è in grado di dare una risposta malgrado i toni di ufficialità. I motivi sono molteplici:

- molti degli ammalati la prendono in forma talmente leggera che neppure avvertono il medico, rimanendo così fuori dalle statistiche;

- il test per l'influenza NON si fa. E' costoso, e richiede tempo: non sognamoci neppure di pensare che chiunque vada dal medico starnutendo venga sottoposto su due piedi a un bel test per poi sentirsi dire "E' suina, signora, senza offesa. Ecco, si prenda il Tamiflu”.

La diagnosi si fa "a occhio" ed è lasciata alle capacità del medico (che tira i dadi, visti i sintomi uguali a ogni altra influenza). Vengono testati solo coloro che si presentano in ospedale con gravi complicazioni.

- si vocifera che in alcuni Paesi, per precauzione, la direttiva sia quella di diagnosticare come H1N1 qualsiasi forma influenzale. Anche qui, le statistiche vengono dunque falsate ma in direzione contraria.

Risultato, un casino impossibile da sbrogliare. D'altronde non è forse colpa di nessuno: è influenza, non morbillo o peste bubbonica, e non solo si verifica con livelli di gravità diversissimi ma ha sintomi comunissimi.

contagio influenza
I dati ufficiali non sono che la dimostrazione che è impossibile monitorare correttamente l'andamento del contagio
Ma possiamo ragionarci su da soli. Ecco la mappa Flu Tracker creata da Rhizalabs, ("recombinomics", un filino inquietante) e riportata anche dal nostrano Influweb.

Guardando la mappa, possiamo vedere che ad esempio in Italia ci sono 624 casi ufficiali. A Malta, isoletta nostra vicina, ben 118: nessuna proporzione. E neanche possiamo dare la colpa ai soliti extracomunitari, visto che in Tunisia se ne riportano appena 19. Paradossale anche il confronto tra Regno Unito, vero lazzaretto d'Europa con oltre 117 mila casi, e la sua vicina Irlanda che ne conta appena 552. Quasi 14 mila casi in Spagna, e soltanto 212 nel vicinissimo Portogallo.

Dato che non esistono muri tra i Paesi, e che non si viaggia in carrozza, non possiamo che concludere che questi dati non abbiano né capo né coda. I dati ufficiali non sono che la dimostrazione che è impossibile monitorare correttamente l'andamento del contagio, a meno di spendere miliardi per testare l'intera popolazione al primo starnuto, e che ogni Paese usa i propri parametri e si regola a proprio piacimento.

Tutto ciò ha le sue ovvie conseguenze. E' impossibile quindi stabilire la contagiosità, la morbilità, la diffusione; è impossibile stabilire l'effettiva necessità del vaccino, o la sua futura efficacia. Nessun calcolo ha la minima attendibilità, con questi presupposti.

Un casino vero.

Articolo di Debora Billi tratto da Crisis

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8 Settembre 2009 - Scrivi un commento
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