Nei mesi precedenti a questa data, si è lungamente discusso sull'argomento così da apportare continue modifiche al testo originale. Da un ipotetico piano di aumento di cubatura dell’edificato esistente, più o meno condizionato da parametri di efficienza ambientale, si è passati ad un piano di edilizia pubblica residenziale, cioè quello che una volta si sarebbe detto piano di case popolari.
Tra le varie modifiche apportate prima di giungere al risultato ufficiale, una di queste faceva riferimento all'eliminazione degli aspetti più barbari e dannosi che il decreto potesse avere sulle città e sui paesaggi. In un primo momento, erano state proprio le Regioni, a cui spettano decisioni relative al governo del proprio territorio, a sottolineare ed evidenziare questi rischi e i problemi di costituzionalità del testo. Fu così che venne stabilito, in base ad un accordo del 1° aprile sottoscritto con il Governo, che le Regioni avrebbero adottato con proprie leggi la disciplina di attuazione delle prescrizioni minime con l’obiettivo di favorire il rilancio dell’attività edilizia attraverso la possibilità di realizzare interventi straordinari di ampliamento e sostituzione edilizia.
Oggi, le Regioni si sono improvvisamente accorte del grande potere di cui godono. Molte di queste, infatti, hanno normato, o lo stanno facendo, propri piani casa che consentono di aumentare le cubature. Come evidenzia il WWF, la sommatoria di tutti questi piani rischia di essere peggiore di quella improponibile ipotizzata inizialmente dal Governo. La normativa di molte Regioni, infatti, non si limita alle case, ma permette interventi di un certo tipo anche alle strutture edilizie artigianali ed industriali.
Fra breve si assisterà ad un aumento delle costruzioni, ma anche della densità abitativa di alcune zone delle nostre città senza essersi di molto preoccupati di adeguare in modo conforme a questi ampliamenti, gli spazi adibiti al verde pubblico e alla collettività in genere. Vi sono soprattutto alcune regioni che destano maggior preoccupazione, tra queste la Campania, dove il rischio di speculazioni è molto forte nel piano edilizio, e la Sardegna che si appresta a vivere un nuovo boom edilizio. Fa notare il WWF che forse gli incendi di questi ultimi giorni nella regione sarda hanno a che fare con questa aria che si respira. Si ignora così la norma che vieta per 10 anni ogni costruzione sui terreni percorsi dal fuoco.
In Campania il valore delle aree industriali dismesse si è triplicato in pochi giorni perché in base al disegno di legge è possibile introdurre una vera e propria liberalizzazione, a tempo indeterminato, delle destinazioni d'uso degli edifici, che consente così la trasformazione in abitazioni delle strutture produttive anche se funzionanti. Naturalmente tutto questo è previsto anche nella zona rossa del Vesuvio e nelle aree tutelate dei piani paesaggistici.
Ma Sardegna e Campania non sono le uniche regioni ad avere problemi di questo tipo. Anche il Piemonte e la Lombardia accennano qualche lieve disturbo a tal proposito.
Eppure siamo ancora agli inizi e il meglio deve ancora avvenire. Se il Piano casa sarà la svolta per il nostro paese - così come è stato definito nei giorni a seguire dalla sua approvazione - un input all'industria edilizia, la fonte di nuovi posti di lavoro, la possibilità per molte giovani coppie o per chiunque non goda di un reddito molto alto per ricevere un nido in cui poter vivere e rifugiarsi, non si sa. Speriamo che tutto venga fatto con cognizione di causa.
Dato che l'Italia mostra questa grande predisposizione alla costruzione continua di edifici, ci auguriamo che le nuove costruzioni vengano effettuate considerando che questi edifici saranno abitati da umani a cui si deve garantire la vita e non la morte. Sono molte le strutture in mano all'illegalità che, in base all'elenco stilato da Legambiente, risultano costruite con finto cemento che non gode delle caratteristiche tecniche dei materiali con cui dovrebbe essere costruita una struttura esposta al passaggio di autoveicoli, o alle frequenze di un terremoto, o che deve ospitare bambini e adulti.
Se si vuole costruire che lo si faccia, almeno, rispettando la vita.
30 Luglio 2009 - Scrivi un commento