A sancirlo è stato nei giorni scorsi il Parlamento Europeo con la larghissima maggioranza di 550 sì, 49 no e 41 astenuti. Previste, tuttavia, alcune eccezioni per gli animali uccisi nel contesto della caccia tradizionale degli esquimesi (inuit) o svolta ai fini della gestione sostenibile delle risorse marine, oppure se i prodotti derivati costituiscono «souvenir» di viaggio.
In base all’accordo, quindi, l’introduzione sul mercato comunitario e la messa a disposizione di terzi, a titolo oneroso, di prodotti derivati dalle foche, sono autorizzate solo quando «provengono dalla caccia tradizionalmente praticata dagli Inuit e da altre comunità indigene e contribuiscono alla loro sussistenza».
Inoltre, l’importazione è consentita se «di natura occasionale ed è costituita esclusivamente da merci destinate all’uso personale dei viaggiatori o dei loro familiari».
La vendita sul mercato Ue sarà altresì autorizzata «unicamente su basi non lucrative» per gli articoli provenienti da sottoprodotti della caccia regolamentata dalla legislazione nazionale e «praticata al solo scopo di garantire una gestione sostenibile delle risorse marine». In entrambi i casi, il tipo e la quantità di questi prodotti non dovranno essere tali da far ritenere che l’importazione e la vendita possano avere finalità commerciali. L’immissione sul mercato UE dei prodotti che rispettano le disposizione del regolamento non potrà essere impedita dagli Stati membri.
La normativa verrà applicata 9 mesi e 20 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Entro nove mesi dalla sua entrata in vigore, gli Stati membri dovranno stabilire le sanzioni da applicare in caso di violazione delle sue disposizioni e prendere i provvedimenti necessari per la loro messa in atto.
Attraverso tale regolamento l’Unione Europea ha voluto da una parte sanare la frammentazione del mercato UE causata dall’esistenza di legislazioni nazionali divergenti, dall’altra rispondere alle richieste delle associazioni ambientaliste e di tantissimi cittadini riguardo al benessere degli animali e alla presenza sul mercato di prodotti ottenuti da animali che possono «provare dolore, angoscia, paura ed altre forme di sofferenza».
"Il voto odierno del Parlamento europeo rappresenta una storica vittoria della associazioni animaliste che da 30 anni si battono in tutta Europa contro la mattanza delle foche a fini commerciali - commenta Roberto Bennati, vicepresidente della LAV - ma è un'importante risultato anche per la LAV, che ha fatto sua questa battaglia in Italia portando, nel 2006, all’emanazione di un Decreto interministeriale di bando all'importazione delle pelli e derivati di foca nel nostro Paese".
Tale decreto, come ha sottolineato Adolfo Urso, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega al Commercio Estero, ha introdotto misure restrittive non solo per l’importazione dei mantelli dei cuccioli, ma anche per quelli di foca adulta, imponendo di fatto lo stop quasi totale alle pelli di foca, atteso da tempo dalle associazioni ambientaliste e animaliste.
A detenere il triste primato per numero di esemplari uccisi ed efferatezza nei metodi di uccisione è il Canada.
Tuttavia anche in alcuni Paesi europei, quali Svezia, Finlandia e Scozia, le foche vengono uccise per ricavarne prodotti e articoli, quali carne, olio, grasso, organi, pelli e pellicce nonché le capsule Omega 3.
I due più grandi importatori di pelli da pellicceria sono la Danimarca (che le importa direttamente dal Canada e dalla Groenlandia) e l’Italia (da Russia, Finlandia e Scozia).
Fra pochi mesi, però, con l’entrata in vigore del regolamento UE, la situazione cambierà.
La LAV, tutte le associazioni ambientaliste e milioni di cittadini festeggiano ora una vittoria storica che, ci si augura, metterà la parola fine a decenni di crudeltà restituendo alle foche e a quei ghiacciai intrisi di sangue il loro originale candore.
20 Maggio 2009 - Scrivi un commento
Se crediamo che la nostra vita debba essere uguale a quella di un vegetale che vive si riproduce e muore, allora non possiamo porci tanti problemi. Se invece pensiamo che con l'atto di essersi riprodotti, abbiamo anche scelto di addossarsi la responsabilità di lasciare ai nostri figli un mondo un po' migliore (quello attuale non mi sembra che vada molto bene), allora dovremmo cercare, nel nostro quotidiano, anche quando facciamo la spesa, di lasciare ai nostri figli un mondo un po' migliore e questo lo si può fare con la conoscenza dei prodotti che si acquistano e usando la nostra coscienza negli acquisti. Quindi, cari amici, cerchiamo di boicottare tutti quei prodotti inutili, violenti, che sono causa di guerre, in sostanza di tutti quei prodotti che vanno contro la nostra etica.