In un ufficio del futuro l’uomo deve sentirsi uomo e poter essere creativamente attivo e non sentirsi schiavo di una mafia industriale che lo sfrutta abusivamente. Il posto di lavoro deve essere molto variato e in armonia con la natura, specialmente in città. Ogni posto di lavoro deve avere una conformazione diversa da quello vicino. Ogni sedia deve essere diversa dall’altra, non soltanto nel colore, nella forma e nel materiale, ma anche nell’altezza della seduta e nella dimensione. Devono esserci sedie grandi e piccole, più alte per gli uomini, più piccole per le donne e per gli umani non ancora completamente cresciuti, come i bambini. Anche i bambini possono venire in visita all’ufficio. Una sedia di legno deve stare accanto a una realizzata in tubo metallico, oppure in stoffa. Naturalmente è possibile utilizzare anche sedie prodotte in serie e trasformarle. La purezza clinica e la sterilità sono spaventose in ufficio.
Luce filtrata dal verde
Un ufficio deve avere aria naturale, non è possibile che delle finestre non si possano semplicemente aprire neanche se entra aria cattiva. Non deve essere installato un impianto di riscaldamento centralizzato o un impianto di aria condizionata a direzione centralizzata, che funziona quindi soltanto se non c’è nessuna finestra aperta. Deve avvenire un ricambio d’aria regolato in modo naturale. Si può ottenerlo, per esempio, ricoprendo ambienti d’ufficio con tetti d’erba. Sotto un tetto d’erba non ci sono mal di testa. Le persone che lavorano in quest’ufficio stanno, naturalmente, molto meglio che se avessero un triste tetto senza piante, che si ripercuote sull’anima e sulla testa.
È importante anche che in ogni stanza d’ufficio ci sia una fontana, ce ne sono anche di piccole, di più grandi, ci sono fontane che scorrono senza far rumore e ce ne sono altre che gorgogliano e che producono un rumore con piccolissime pompe che movimentano l’acqua.
Piante come tende
Al posto di tende e veneziane devono esserci delle piante che stanno alle finestre. Penso a un semplicissimo adattamento della finestra, uno scaffale per le piante, una specie di scaffalatura per libri. Sugli scaffali, anziché i libri ci stanno le piante. Uno scaffale è profondo soltanto 10-15 cm, alto 1 metro e largo 30-40 cm., come un’anta di finestra, ma pieghevole e richiudibile contro la parete, esattamente come una finestra, e sugli scaffali ci stanno le piante, piante di diverso tipo o tutte uguali. Se nella stanza è chiaro, allora le si accosta alla finestra, come una tenda e, se è buio, le si sposta e stanno contro la parete; ma sono sempre presenti.
I mobili da ufficio non devono essere fatti di materiali come la plastica o l’alluminio. Deve essere un materiale simile al legno, sul quale si possa scarabocchiare e ci si possa fare degli intagli con il coltello, esattamente come sui vecchi banchi di scuola, dove si poteva incidere un cuoricino o il nome dell’amichetta, o degli appunti o dei numeri di telefono, che si possono scrivere anche sul tavolo e sulle poltrone, e non soltanto su carta. Si può poi rimuovere tutto levigando oppure passandoci sopra del colore.
Anche le pareti devono essere conformate in modo che ci si possa anche disegnare sopra. Le pareti possono anche non essere tutte lisce, ma devono essere mosse (con delle “ bugnature”) ed avere delle sporgenze e non devono essere tirate con la stanga. In alto, lo spazio dell’ufficio deve avere una modanatura e il soffitto non deve essere fatto con quei brutti riquadri e con fonti di luce quadrate, ma tutto deve vivere. Le persone ci si devono sentir bene dentro.
La cosa più importante nello spazio dell’ufficio è il pavimento. Non deve essere piatto, ma anche questo deve essere ondulato, con delle sporgenze, esattamente come il terreno del bosco. Già da diversi anni ho lottato per questo: prima mi è stato detto che così non funziona, perché tutti i mobili come i tavoli e le sedie ballano, che su un pavimento diseguale non ci si può far scorrere su e giù un tavolo. Sono sciocchezze, non è vero. Con l’esperienza che ho raccolto sui dislivelli, siamo arrivati ai seguenti risultati: sia le persone con problemi di deambulazione, sia i non vedenti, amano pavimenti disomogenei, perché finalmente, per una volta, chi ha problemi di deambulazione non viene trattato come un impedito e il mondo non è un mondo con problemi di questo genere, come li ha quello con i pavimenti piatti. Il cieco, invece, si orienta molto meglio su un pavimento irregolare, sa molto meglio dove si trova.
Inoltre, è una melodia e una sinfonia per i piedi quando si va dall’armadio alla scrivania, si prova gioia se si cammina su un’onda irregolare come sul tappeto di un bosco.
E per quel che riguarda il dondolamento dei tavoli, non è assolutamente un problema, perché ci sono cunei di ogni tipo, rossi, verdi, neri, in legno, ma anche in altri materiali. Li si infila semplicemente sotto. In ogni caso è un modo di riacquistare l’equilibrio umano in un ambiente che altrimenti è tutto livellato. Anche le idee scorrono soltanto così. Posso dirvi che questo pavimento ondulato è un incredibile progresso. […]
I soffitti devono avere altezze diverse, le porte devono avere altezza e larghezza diverse, di materiali e colori diversi. Le finestre devono avere diverse dimensioni ed essere disposte irregolarmente nella parete. L’effetto positivo sulla psiche degli impiegati è enorme, se in una stanza d’ufficio ci sono, per esempio, tre finestre di diversa dimensione e in posizione irregolare. La vista da fuori è individualizzata. Ognuno sa dietro quale finestra lavora.
L’uomo torna ad essere una persona in armonia con la natura e con la creazione umana.
Estratto da Le strade del bello. Pensieri sull’arte e la vita. Scritti 1943-1999. L’ufficio del futuro (1991)
Dall’edizione di Walter Schurian, Edizione Langen Müller, 2004, Monaco di Baviera.
Traduzione di Maurizio Martinelli.
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