Chi l’avrebbe mai detto che il bambù fosse una pianta tanto prodigiosa? Ai germogli nella cucina cinese e alle sedie da giardino eravamo abituati, ma negli ultimi anni gli impieghi di tale materiale si sono moltiplicati o enormemente diffusi (mentre un tempo erano prerogativa solo di alcuni paesi). Al giorno d’oggi esso è utilizzato per la fabbricazione di filati e tessuti, carta, mobili, parquet, strumenti musicali, biciclette e addirittura case e ponti. Le sue caratteristiche meccaniche e la grande abbondanza lo rendono un materiale da costruzione anche per grandi strutture, incredibilmente conveniente, soprattutto per i paesi del sud del mondo nei quali è particolarmente diffuso.
Quella attuale è l’era del bambù. Le esportazioni di questa pianta da parte della Cina si sono decuplicate nell’arco di due anni; il Centro tedesco per l’informazione sul bambù indica una crescita del giro di affari tra il 10 e il 20% all’anno per ogni azienda che impiega il suddetto vegetale come materia prima fondamentale, nonostante le imprese del settore continuino ad aumentare di pari passo.
Il bambù gode di grandissimo favore anche tra gli ecologisti. La pianta cresce con una rapidità spaventosa, fino a 60 cm al giorno, si adatta alle più svariate condizioni atmosferiche e si manifesta in ben 1300 varietà. La sua coltivazione non richiede l’impiego di alcun agente antiparassitario o concime, per tale motivo è una pianta estremamente resistente; è inoltre, leggero e flessibile, mentre la corteccia è molto solida.
In tempi recenti sono stati condotti molti studi su questo materiale nell’ambito dell’architettura e dell’ingegneria. E’ possibile individuare anche numerose tesi di laurea che indagano l’impiego del bambù quale versatile ed economico materiale da costruzione.
Dal punto di vista dell’innovazione tecnologica, la creazione di nuovi composti a partire dal bambù apre le porte a vari possibili sviluppi futuri e consente senza dubbio la realizzazione di infrastrutture molto economiche ed energeticamente efficienti.
Considerando la questione ambientale, la coltivazione del bambù non richiede l’uso di fertilizzanti inquinanti e quindi preserva il suolo; inoltre, come visto, immagazzina una gran quantità di anidride carbonica. Si aggiunga a questo il fatto che l’impiego di bambù nella costruzione di edifici permette di ridurre notevolmente la quantità di cemento e di calcestruzzo utilizzati. Il cemento Portland durante la fabbricazione produce grandissime quantità di gas serra, mentre per assemblare il calcestruzzo si utilizzano ingenti porzioni di inerti naturali, che non dovranno più essere usati e quindi estratti.
Il terzo aspetto è altrettanto interessante e importante. Il bambù è . E’ auspicabile che popoli in regioni in cui vige un alto tasso di povertà diano vita a massicce colture di tale pianta e la usino poi per costruirsi essi stessi le abitazioni. “L’ambizione di questo progetto è quello di supportare lo sviluppo di un’attività industriale sostenibile a livello locale, promuovendo l’economia del posto lungo tutto il ciclo produttivo.”, recita il comunicato stampa rilasciato dalla Altran. “L’aspirazione è di permettere alle popolazioni locali di prendere parte al progetto interamente, grazie anche al microcredito, acquistando terreni, coltivando il bambù, avviando attività imprenditoriali e costruendo case”.
L’unica perplessità appare il fatto che il bambù sia deteriorabile, sicuramente più del cemento, ma studiosi della materia assicurano che tramite accorgimenti protettivi in fase di progetto (buone fondazioni, ampi sporti delle coperture, ecc.), nonché dei trattamenti specifici sui materiali derivati utilizzati, consentono agli edifici di resistere a lungo.
Dunque, buona casa di bambù a tutti, non solo sull’albero!
9 Febbraio 2009 - Scrivi un commento
studio design e mi stato affidato un progetto importante,
ho deciso di utilizzare il bambu da costruzione non decorativo quindi, dove posso reperirlo qui in Italia?
Grazie!