In primis, per raggiungere il proprio posto di lavoro è certamente consigliato l’utilizzo del mezzo ecologico per eccellenza, la bicicletta, per migliorare anche la forma fisica, allentare lo stress e per avere regolarità nella durata dello spostamento, cosa non da poco se consideriamo la dilatazione dei tempi di percorrenza in macchina in caso di ingorghi. Se il tratto da compiere è considerevole, la si può abbinare al mezzo pubblico oppure si può scegliere una due ruote elettrica a pedalata assistita. Allo scopo di incentivare l’uso di questo mezzo ogni azienda dovrebbe istallare rastrelliere, pensiline, carica batterie, prevedendo anche delle stanze per un eventuale cambio d’abiti.
Per distanze maggiori, per cui sia imprescindibile l’impiego dell’auto, si possono limitare le emissioni inquinanti dei gas di scarico, adottando una serie di accortezze: evitare negli spostamenti le ore più critiche e trafficate della giornata, variando, se possibile, gli orari di arrivo e uscita dall’ufficio, mantenere uno stile di guida che eviti continue accelerazioni del motore e frenate brusche, spegnendo la macchina per soste ipotizzate non brevi, utilizzare con parsimonia il condizionatore della macchina, non sovraccaricare l’auto con pesi inutili, controllando periodicamente la pressione dei pneumatici che, se non adeguata, aumenta i consumi di carburante.
Una buona pratica con risvolti positivi, sia da un punto di vista ecologico che sociale, è l’utilizzo di una sola auto a rotazione per più colleghi che abitano in zone vicine o in linea con l’ufficio, il “car pooling” (più persone a bordo), ovvero l’auto condivisa, incoraggiata anche dal D.M. del Ministero dell’Ambiente del 27/03/1998, col quale è stata introdotta la figura del “mobility manager” , per aziende ed enti con oltre 300 dipendenti per unità locale o con oltre 800 dipendenti distribuiti su più sedi, uno specialista nel riorganizzare i tratti casa-lavoro di ogni dipendente, per la riduzione del consumo di energia per la mobilità attraverso lo sviluppo del car-sharing (auto condivisa), del taxi collettivo, o di altre soluzioni alternative.
Una volta arrivati sul proprio luogo di lavoro, con un po’ di attenzione si riuscirà a limitare notevolmente lo spreco di risorse, coinvolgendo anche gli altri colleghi in una serie di interventi virtuosi volti al risparmio energico. La prima scelta è quella relativa all’ascensore: prenderlo o no? Il consiglio è quello di evitarlo, per allenare anche durante le ore lavorative il cuore con un piccolo sforzo fisico. Se si ritiene necessario farne uso si presti attenzione, ove sia possibile, a prenderne uno con cabina più piccola, e ad aspettare un collega che magari è solo qualche passo dietro di noi, per diminuire l’impiego di energia, ma anche per alleggerire la giornata scambiando le classiche chiacchiere sul tempo.
Affrontiamo l’argomento carta: negli anni ’80 ne eravamo sommersi, ma con la diffusione del pc e degli archivi elettronici, il suo utilizzo è notevolmente diminuito, anche se c’è ancora molto da fare. Un consiglio è quello di stampare solo le versioni definitive di un documento, utilizzando la funzione fronte-retro, di riutilizzare le buste per la corrispondenza interna applicando un’etichetta adesiva sull’indirizzo originario, di recuperare per il loro riuso le buste imbottite, di portare in ufficio una tazzina personale per la pausa caffè, da sciacquare dopo l’uso.
Inoltre, l’art. 2072 c.c. che si rifà al valore della scrittura privata tramite il procedimento di verificazione, dando valore giuridico alle e-mail, ne permette il suo utilizzo anche per le comunicazioni ufficiali, con un conseguente risparmio su buste, francobolli e carta.
Se l’azienda non ha adottato una politica di raccolta differenziata – sia negli uffici per carta, plastica, vetro, cartucce e toner, …), sia nella mensa, per l’organico - si può organizzare una raccolta firme per richiederla alla dirigenza.
Anche in bagno possiamo fare la nostra parte: nell’azionare lo sciacquone, in presenza di un doppio dispositivo di scarico, valutando la portata necessaria e premendo il tasto giusto, nel regolare l’apertura del rubinetto ad una giusta portata di utilizzo, evitando di tenerlo aperto inutilmente, nel segnalare eventuali perdite idriche degli apparecchi sanitari, nell’evitare l’acqua calda per il semplice lavaggio delle mani, nell’utilizzare asciugamani a rullo in tessuto lavabile anziché a getto d’aria calda o la carta “usa e getta”.
Altre azioni consigliate riguardano la diminuzione degli sprechi di energia elettrica: chiudere le luci non necessarie (la preferenza è di utilizzare quella naturale, collocando la scrivania a non più di tre metri di distanza dalle finestre), eliminare la funzione “salvaschermo” sostituendola con quella di spegnimento del monitor, disattivare fax e stampanti a fine turno, …
Il discorso concernente la climatizzazione è molto importante, dato che in molti casi costituisce la maggiore fonte di consumo degli edifici. Il suo utilizzo va per questo limitato il più possibile attraverso alcuni accorgimenti come l’apertura delle finestre limitata al solo ricambio dell’aria, e per pochi minuti, l’utilizzo di schermi frangisole, come tende, persiane, e serrande per ridurre l’irraggiamento e quindi il surriscaldamento della stanza nella stagione calda, la regolazione della temperatura al valore ottimale (in inverno 20 °C e in estate 26 °C), la disattivazione nei giorni e nelle ore di assenza dall’ufficio.
Per dare un tocco di pazzia alla scrivania si possono costruire in poco tempo dei divertenti portapenne, incollando ad un bicchiere tante matite colorate della stessa altezza su tutta la superficie esterna.
Ma per rendere il tempo trascorso a lavoro davvero piacevole è necessario mantenere un buon clima con i colleghi, attraverso uno spirito di collaborazione e un attento ascolto delle esigenze altrui. In tal senso risultano fondamentali l’educazione e la gentilezza espressa con piccoli gesti quotidiani, dal tenere bassa la suoneria del cellulare, al parlare senza alzare la voce, dal creare dei piccoli momenti di condivisione portando un dolce fatto in casa, al rendere partecipi i nostri colleghi di alcuni elementi della nostra vita privata, soprattutto se questi hanno riflessi sul nostro comportamento a lavoro.
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