Sabato 18 aprile ad Anzola dell'Emilia è stato inaugurato l'ampliamento della scuola materna Tilde Bolzani. L'aspetto innovativo di questo progetto è invisibile agli occhi. La scuola, infatti, è riscaldata e raffreddata da un impianto geotermico progettato dall'architetto Marco Ferrari.
Dopo essere andata a vedere la struttura ed esserne rimasta positivamente colpita, decido di intervistare l'architetto Ferrari per capire meglio...
Marco Ferrari, quali criteri ha seguito per la realizzazione di questo progetto?
Due sono gli elementi fondamentali nell'ambito dell'architettura sostenibile: il passivo, cioè un edificio ben isolato e costruito con piccoli accorgimenti essenziali affinché disperda poca energia, e il geotermico perché è la cosa più naturale e già con le tecnologie che abbiamo oggi si riesce ad avere un grande risparmio.
Un impianto del genere può essere vantaggioso in tutti i luoghi?
Il geotermico va bene in quasi tutti i territori, c'è un limite, forse, per i terreni sabbiosi, dove potrebbe non essere molto vantaggioso, ma nel 99% dei casi si può fare. La pianura rappresenta un terreno molto adatto: con le falde e con l'acqua quasi in superficie, è l'ideale!
È molto semplice! L'impianto di riscaldamento ha bisogno di acqua e l'acqua va scaldata. Quando si utilizzano i radiatori questa va scaldata a 70°- 80°, perciò ci vuole una massa di combustibile molto forte. Se si usa il riscaldamento a pavimento la temperatura dell'acqua è molto più bassa 30°- 32° (una volta si facevano i riscaldamenti a pavimento ma con la stessa temperatura dei radiatori, ovvero 70°, per questo davano problemi di circolazione!).
Nel geotermico l'acqua che viene presa dall'acquedotto e dalle cisterne viene messa in un tubo di circa 8 cm di diametro che passa nella terra ad una profondità di 70 - 75 metri (ad Anzola sono stati costruiti 8 pozzi), poi torna in centrale riscaldata di 12°-15°, ovvero la temperatura del terreno. Per questo processo di discesa e risalita dell'acqua non mi servo neppure di una pompa ma semplicemente dell'effetto dei vasi comunicanti. A questo punto devo scaldare l'acqua da una temperatura già di 15° attraverso una pompa di calore.
Lo stesso discorso vale, all'inverso, per il raffreddamento. Ho, cioè, un ambiente raffrescato a 15°. Chiaramente non è l'effetto raffreddante del condizionatore che deumidifica, tanto che, all'interno della scuola, ci sono tre deumidificatori, uno per ambiente, che assolvono a questo compito.
Penso che il geotermico sia un sistema eccezionale: usando solo dei tubi scambiatori di calore, cioè una tecnologia che esiste già, permette notevoli risparmi e vantaggi.
L'acqua utilizzata dall'acquedotto è in un circuito chiuso, non c'è dispersione.
Quale accusa potrebbe essere mossa dagli ecologisti contro i sistemi di geotermia?
L'accusa potrebbe essere che questo sistema può inquinare la falda. Facendo un pozzo, come un pozzo artesiano, quello che è in superficie può entrare all'interno del tubo e andare ad inquinare la falda. Contrariamente, se adotto il sistema superficiale, possibile dove la superficie è ampia, l'impianto scende solo di un metro e con un sistema a serpentina il geotermico funziona esattamente nello stesso modo. La temperatura del terreno a solo un metro di profondità è già di 12°-15°. Purtroppo non è stato possibile ad Anzola perché l'ambiente circostante è completamente costruito.
Il geotermico è costoso?
No, assolutamente: viene sfruttato l'impianto normale.
Ad Anzola la costruzione dei pozzi ha avuto un costo aggiuntivo, ma nell'arco di tre-quattro anni avremo senz'altro un ritorno economico.
Come è stato pensato?
Questo progetto nasce come una “tenda”, una tettoia, con le pareti aperte sul giardino, di modo tale che non ci sia discontinuità tra l'interno e l'esterno. Nella parte centrale, dove c'è il salone comune, le vetrate si aprono completamente sui giardini. Non c'è confine con l'esterno.
Strutturalmente sono stati impiegati degli accorgimenti per ottimizzare il consumo di energia.
Il tetto è inclinato perché c'è un tetto verde sopra. Attraverso i principi dell'edificio passivo abbiamo utilizzato un sistema estensivo di una pianta carnosa, Sedum, che crea una superficie isolante. Il rivestimento in legno copre una parete ventilata. Spiego meglio: c'è un isolamento attaccato alla muratura e poi un'intercapedine d'aria di modo che d'estate ci sia un “effetto camino” che butti via l'aria calda, mentre nel periodo invernale faccia un cuscinetto di calore.
Anche l'inclinazione è data dal fatto che il lato più alto è rivolto a sud e il più basso a nord.
Ritiene che questo processo possa essere invasivo nei confronti della terra?
Credo che sia un prendere dalla natura senza violentarla. È un chiedere alla terra ciò che essa ha, è un chiedere alla natura il calore, senza difficoltà. È far emergere qualcosa che esiste. È una penetrazione positiva, direi. È il sistema più naturale in assoluto. Tutti gli altri necessitano di una tecnologia molto avanzata.
C'è un rapporto con il genius loci?
Sì, certo. Proprio attraverso la geotermia mi riconosco nel luogo che ho, con la sua memoria, con il suo essere luogo. Questo avvicinarsi alla terra in una zona di campagna della pianura padana, quale è Anzola, è un richiamo al genius loci, appunto.
27 Aprile 2009 - Scrivi un commento
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