Il canto degli uccelli, un linguaggio complesso e affascinante

Dopo avervi parlato della comunicazione delle api, continuiamo il nostro viaggio alla scoperta del linguaggio degli animali, esplorando il meraviglioso mondo degli uccelli.

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di Claudia Pecoraro


Il canto degli uccelli consiste di una serie di note o suoni ripetuti
Il canto degli uccelli consiste di una serie di note o suoni ripetuti secondo un certo schema. Gran parte dei suoni vengono prodotti dalla siringe, una particolare struttura posta tra la trachea ed i bronchi, che al passare dell’aria vibra allo stesso modo delle nostre corde vocali. Altri suoni possono essere emessi con il becco (come il tambureggiare dei picchi sui tronchi o lo sbattere delle mandibole di cicogne e storni), o con le ali (come le partenze improvvise delle beccacce o lo sbattere fragoroso dei fagiani).

Canta soprattutto il maschio, specialmente durante la stagione dell’accoppiamento. Dove la visibilità è limitata, come in boschi fitti e foreste, un canto ricco e vario sostituisce l’attrattiva di un piumaggio elaborato. Il maschio che canta più a lungo e con una maggiore varietà è quello di maggiore salute, avrà il territorio migliore e molto cibo ed è dunque il più attraente per una femmina. Il suo canto territoriale avverte gli altri maschi di stare lontani, e lo stesso maschio può addirittura differenziare i canti, per far credere agli intrusi che il territorio è pieno di rivali.

Gli uccelli, tuttavia, vocalizzano per una varietà di altre ragioni. Ad esempio, i canti armoniosi dei turdidi servono a mantenere il contatto con la famiglia, soprattutto nel periodo della cova e di allevamento della prole. I maschi si posano in un luogo ben visibile, da cui controllano che nessun predatore si avvicini: per comunicare alla compagna che tutto è tranquillo emettono un canto che esprime serenità, mentre se si avvicina qualsiasi pericolo il canto si trasforma in grida di allarme. Sono il tono, la frequenza e la durata a specificare l’urgenza del messaggio come: “c’è un pericolo ma è ancora lontano”, “si sta avvicinando”, “è già passato” ecc.


Cuccioli di rondine
Anche le femmine, naturalmente, hanno specifici modi di comunicare in difesa dei loro piccoli. Se le mamme vengono sorprese da un predatore e intuiscono il pericolo per i cuccioli, attirano la sua attenzione lontano dal nido, arrivando ad emettere dei lamenti di dolore e persino a zoppicare vistosamente per fingere di essere ferite e di non poter volare. In questo modo qualsiasi predatore crede di trovarsi davanti ad una facile preda e tenta di catturarla, ma rimane sorpreso quando improvvisamente l’uccello vola via sano e salvo.

Nella maggior parte dei casi i canti più “belli” sono emessi nella stagione degli amori e durante tutto il periodo di allevamento della prole, sono cioè concentrati in gran parte in primavera, ecco perché tradizionalmente colleghiamo il canto degli uccellini con l’arrivo di questa stagione.

Nell’immaginario umano, ci sono infatti uccelli ben conosciuti e radicati nelle tradizioni, che ispirano sentimenti positivi, come il canto del cuculo e dell’usignolo, legati proprio all’arrivo della primavera e all’augurio di lunga vita. Mentre purtroppo persistono alcune superstizioni, tenaci soprattutto tra la gente che vive in montagna o nelle campagne, secondo cui il canto di gufi, civette o allocchi porterebbe sfortuna. Spesso infatti l’essere animali notturni associato ai toni cupi del loro verso li fa considerare presagi di sventure.


La "danza" delle gru costiuisce uno spettacolo unico di grazia e di colore
I volatili, come dicevamo, non comunicano solo col canto, ma anche attraverso movimenti caratteristici. A questo punto si aprirebbe un altro capitolo, ma vogliamo citare almeno la famosissima “danza” delle gru, simile a vere e proprie cerimonie nuziali. Uno spettacolo unico di grazia e colore è quello che offrono sulla neve le gru della Manciuria. Si tratta di una danza fatta di lunghe e complesse sequenze di armoniosi inchini, salti, corse e voli brevi e, come succede fra gli esseri umani, una volta che alcune gru cominciano a danzare, di solito tutto il gruppo decide di unirsi.

Certamente il linguaggio degli uccelli è molto più ampio di quello che noi uomini riusciamo a decifrare, ed è inoltre assai diversificato tra le varie specie. Naturalmente lo spazio a disposizione è limitato per affrontare l’argomento in modo completo, ma ci auguriamo, con queste poche parole, di stimolare nei nostri lettori il desiderio di approfondire, convinti che conoscere è il primo passo per rispettare.

24 Febbraio 2009 - Scrivi un commento
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