Infatti, il taglio in materia di “Servizi ferroviari di interesse regionale e locale in concessione”, previsto all’allegato 1 della manovra, è pari a 1.223 milioni di euro per l’anno 2011, di cui 1.181 a Trenitalia e 42 agli altri concessionari. Se si considera che per questa voce del bilancio dello Stato, che garantisce i treni in circolazione nelle Regioni, la cifra nel 2010 era pari a 2.287 milioni di cui 1.748 milioni a Trenitalia e 539 agli altri concessionari, si comprende come quella che si profila è una vera e propria ecatombe del servizio ferroviario pendolare nel nostro Paese.
“Ma Tremonti e Matteoli hanno idea dell’effetto che la manovra provocherà a partire dal 2011 nelle città italiane? - chiede Edoardo Zanchini, responsabile trasporti di Legambiente -. Il Governo deve spiegare ai due milioni e 700mila italiani che ogni giorno prendono i treni per motivi di lavoro o di studio quali soluzioni alternative hanno in mente per loro. Con meno di metà delle risorse rispetto a quest’anno come si può pensare di far funzionare il servizio?”.
Legambiente lancia un allarme rivolto a tutti i pendolari d’Italia per far sentire forte la protesta contro una decisione che determinerebbe effetti sociali e ambientali drammatici, perché meno treni significa più auto in circolazione, città più congestionate e inquinate, ancora più disagi per i pendolari che già troppi ne soffrono su treni spesso vecchi e affollati.
Inoltre, nella manovra questi tagli sono definiti con chiarezza per le singole voci per il 2011, ma è già previsto che continueranno per il 2012 e 2013. Per i pendolari è un’autentica beffa, perché a partire da quest’anno si dovevano cominciare a vedere i miglioramenti, tanto attesi nelle città e nelle Regioni italiane, che i nuovi Contratti di servizio con 6 anni di durata dovevano garantire. Ma con i tagli rischiano di essere cancellati tutti gli accordi già firmati. E Legambiente evidenzia come altri tagli siano spalmati su diverse voci che riguardano il servizio di Trasporto Pubblico Locale, per un totale di ulteriori 217 milioni di Euro, mentre nessuna risorsa è tolta ai finanziamenti della Legge Obiettivo. “Una scelta semplicemente assurda - aggiunge Zanchini -. Si cancellano i treni in circolazione nelle città mentre si continua a finanziare il Ponte sullo Stretto di Messina, ma anche nuove autostrade e strade. Non sono certo questi gli investimenti che servono a portare l’Italia fuori dalla crisi, tanto meno quando si tagliano i servizi essenziali”.
Il Governatore del Piemonte Cota si è detto rassicurato da Tremonti, che garantirebbe attenzione alle Regioni virtuose, invitandole a coprire gli eventuali buchi. Per Legambiente le “rassicurazioni” di Tremonti sono un modo di mischiare le carte: con questi numeri a disposizione semplicemente sarà impossibile, anche in Piemonte, garantire il servizio attuale, figuriamoci i miglioramenti che queste si sono impegnate a realizzare con i contratti di 6 anni firmati nel 2010 quasi ovunque con Trenitalia.
17 Giugno 2010 - Scrivi un commento