L’inalazione di queste sostanze può comportare problemi alla salute noti come “sindrome dell’edificio malato” o Sick Building Syndrome (SBS), provocando allergie, cefalee, affaticamento e fastidi alle vie respiratorie. Un problema ancor più consistente se consideriamo il grado di isolamento (materiali coibenti, doppi e tripli vetri, ecc.) che caratterizza le abitazioni moderne.
La buona notizia è che alcune varietà di piante (in misura di circa 1 ogni 10 mq) sono in grado di catturare anche l'80% dell'inquinamento presente all'interno delle case e degli uffici, rilasciando al contempo umidità e ossigeno. Questo perché i fattori tossici presenti nell’aria sono assorbiti dalle foglie attraverso minuscole aperture dette stomi. Grazie a questo processo di metabolismo vegetale, i metalli e gli altri elementi tossici vengono resi inerti, metabolizzate e immagazzinate nelle pareti cellulari.
Una capacità scoperta quasi per caso: negli anni Sessanta alcuni ricercatori della Nasa (l'Ente aerospaziale Usa) stavano sperimentando soluzioni per smaltire l'anidride carbonica nelle navicelle spaziali e scoprirono che alcuni vegetali riuscivano ad assorbire molte altre sostanze nocive.
Recentemente i risultati delle ricerche italiane che pongono l’accento sull'importanza delle piante come strumento anti-inquinamento sono stati diffusi nel corso del convegno “Verde e ambiente, un binomio di ampio respiro” organizzato dall’associazione Promogiardinaggio , che si è tenuto lo scorso 23 marzo a Milano. Il congresso, moderato da Paolo Ricotti, docente dell’Università Milano-Bicocca e presidente di Planet Life Economy Foundation, si è avvalso dei contributi scientifici di esperti nel settore come Nelson Marmiroli, docente dell’Università di Parma, Giorgio Celli dell’Università di Bologna, l’architetto Paolo De Martin di CasaClima e Francesca Rapparini, del CNR Istituto di Biometeorologia di Bologna.
“Si tratta di specie contraddistinte da due importanti caratteristiche: hanno foglie a superficie larga, in grado quindi di assorbire le polveri sottili e non rilasciano terpeni, elementi dai quali dipende il profumo, ma che reagiscono con gli inquinanti emessi dalle automobili, formando ozono troposferico, dannoso per l’uomo e per l’ambiente” prosegue la ricercatrice dell’Ibimet-Cnr.
Anche negli spazi aperti come giardini o strade cittadine, le piante contribuiscono a ridurre gli effetti dello smog assimilando monossido di carbonio, anidrite solforosa, biossido d’azoto e polveri sottili e attenuando il rumore del traffico, come dimostrato da uno studio realizzato da ricercatori della Warnell School of Forestry and Natural Resources, in Georgia, in cui è emersa la capacità di un viale alberato di abbattere il 60% dello smog prodotto dalle auto che lo percorrono.
Le specie più indicate per depurare l’aria in città sono i platani, i tigli, i pini, le acacie, i cedri, i lecci, le palme, e alberi da siepe come il lauro, il pitosforo e il ligustro.
Nell’elenco che segue sono indicate alcune delle principali piante “mangia smog” da appartamento e le sostanze nocive che ciascuna di esse è in grado di assorbire:
Edera: assorbe efficacemente tricloroetilene e benzene
Clorofito: elimina dall’aria formaldeide e monossido di carbonio
Spatifillo: assorbe tricloroetilene, formaldeide e benzene
Clorofito: elimina dall’aria formaldeide e monossido di carbonio
Pothos: utile per la depurazione dalla formaldeide e dal fumo di sigarette
Aloe: efficace per assorbire l’inquinamento da tricloroetilene
Sansevieria: assorbe fattori tossici e combatte l’effetto delle radiazioni elettromagnetiche
Dieffenbachia: efficace per assorbire l’inquinamento da xylene e toluene
Croton: elimina dall’aria formaldeide e monossido di carbonio
Dracena: efficace per assorbire benzene, tricloroetilene e toluene
Anturio: assorbe l’inquinamento da benzene e formaldeide
Stella di Natale: efficace per combattere l’inquinamento da benzene
Ficus benjamina: assorbe formaldeide e benzene, attivo anche contro il fumo di sigaretta
Monstera: efficace per assorbire formaldeide e benzene
Kalanchoe: assorbe fattori tossici e combatte l’effetto delle radiazioni elettromagnetiche
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