Questi dati registrati dall'Ispra nel rapporto annuale non tengono però conto di tutti i rifiuti che non passano per inceneritori e discariche ufficiali. Tanto per fare un esempio solo pochi giorni fa a Lecce è stata scoperta una discarica abusiva di ben 10mila metri quadri. L'area, in parte destinata a coltivazione agricola e in parte occupata da una vecchia masseria disabitata, è oggi letteralmente ricoperta di rifiuti di tutti i tipi, tra cui anche numerosi rifiuti speciali pericolosi, oltre che per il territorio sul quale sono stati depositati, anche per la salute pubblica. Ora, i proprietari dell'area sono stati arrestati, ma questo non riparerà mai l'enorme danno ambientale che è stato causato.
Quello delle discariche abusive è un malcostume da troppi anni radicato nel nostro paese. A volte si tratta di pigrizia e ignoranza ambientale propria del cittadino che scarica abusivamente, spesso - nei casi come quello di Lecce - si tratta di vere e proprie imprese a delinquere che se ne “fregano” del bene comune e del territorio, che sacrificano per un tornaconto personale.
La zona incriminata si trova al confine tra Catanzaro e Cosenza, sulla statale che da Soveria Mannelli va verso la superstrada e prosegue poi sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria, allo svincolo per Borboruso. La discarica abusiva si trova proprio al confine tra le due province, e la scelta non pare casuale considerato che in questo modo la politica e la giustizia, se mai presteranno attenzione al problema, dovranno prima di tutto mettersi d'accordo sulla competenza, sulle responsabilità del mancato controllo, sugli oneri di pulizia dell'area e sul luogo di smaltimento dei rifiuti. Insomma, tutta una serie di pratiche e procedure che rischiano di allungare i tempi di pulizia dell'area per non parlare dell'apertura di una qualunque indagine.
La segnalazione del nostro lettore serve a farci riflettere. E se da un lato la tristezza è grande nel sapere che un bosco, una volta destinato a passeggiate alla ricerca di un po' di pace e del contatto con la natura semplice e accogliente, oggi è rovinato da una discarica di pneumatici e altri ingombranti, dall'altro siamo felici che persone come il nostro lettore ci scrivano indignati, chiedendo cosa possono fare e come denunciare questo abominio. È il segno, sempre più frequente e sempre più forte, di un cambio di sensibilità nei cittadini italiani.
È il segno che gli italiani amano l'Italia e sono stanchi di chi la stupra tutti i giorni con discariche abusive e colate di cemento. È il segno che non manca molto al momento in cui disappunto e rabbia supereranno la barriera del malcontento e dei borbottii tra amici per giungere a modelli di protesta e resistenza più consapevoli e organizzati. Tutto, ovviamente, per un mondo migliore, per un'Italia in cui se si va a passeggiare in un parco ci si possa imbattere solo in animali selvatici, in una natura incontaminata e non in vecchi pneumatici da dribblare ad ogni passo.
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