Consumo Etico

Corrida, una tradizione di sangue

La Spagna è il paese dove maggiormente si svolgono corride, massacranti e violente manifestazioni di sangue e di “superiorità” dell'uomo sull'animale. Un'antica tradizione, già in atto nel II millennio a.C., che molti vorrebbero estinguere e che per altri, invece, dovrebbe essere inserita come ‘bene di interesse culturale’, nell’elenco dei patrimoni da preservare in virtù di una sua presunta valenza culturale, addirittura di portata europea.

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di Giovanna Di Stefano

affresco tauromachia creta
La tauromachia (dal greco tauros-toro e da machia-battaglia) era una pratica antichissima diffusa nel mondo mediterraneo già nel II millennio a.C., in particolare a Creta
La tauromachia (dal greco tauros-toro e da machia-battaglia) era una pratica antichissima diffusa nel mondo mediterraneo già nel II millennio a.C., in particolare a Creta dove alcuni affreschi ci raccontano di lotte tra uomini e tori, vere sfide in cui l’uomo misurava sé stesso e la propria forza affrontando la furia dell’animale a mani nude. Tralasciando per un attimo la considerazione che per combattere è opportuno che entrambe le parti intendano farlo, e che in questi incontri senz’altro il toro veniva obbligato allo scontro quando probabilmente preferiva starsene in pace per proprio conto non avendo alcun motivo di attaccare l’uomo, è fuori di dubbio che le tauromachie cretesi fossero ad armi pari.

L’uomo non era armato: non vi erano picadores a cavallo bardati e protetti che infierivano sul toro con lunghe lance per indebolirlo e stremarlo, così da facilitare il compito del matador, né banderilleros che conficcavano punteruoli di ferro nel corpo dell’animale. Il presupposto fondamentale che faceva della tauromachia antica una vera prova di coraggio viene a mancare nella corrida odierna, dove il toro, vigliaccamente ferito, picchiato e indebolito con vari espedienti, viene annientato ancora prima di fare il suo ingresso nell’arena.

Lì lo aspetterà un torero impettito nella sua divisa scintillante di lustrini; ma non sarà solo, bensì accompagnato da una squadra organizzata e armata di tutto punto, che interverrà nel momento giusto per tenere a bada un toro che il torero, da solo, non è evidentemente in grado di affrontare.

Nonostante queste evidenti macroscopiche differenze, la corrida spagnola rivendica oggi un suo alto valore culturale definendosi erede delle antiche tauromachie cretesi. La corrida (in spagnolo “corrida de toros” ossia “corsa di tori”), come la conosciamo oggi, nasce in realtà solo nel XIV secolo quando veniva praticata a cavallo e comunque solo in ambienti aristocratici.

anticorrida animalisti
Dimostrazione anticorrida di un gruppo animalista. Fonte: OIPA Italia
Poi nel 1670 venne ufficialmente istituita a Siviglia la prima scuola di tauromachia, da allora si affermerà nel corso dei secoli fino a diventare ai nostri giorni, dopo il boom registrato negli anni ‘60, un vero business turistico, con centinaia di corride disputate ogni anno in tutta la Spagna (ma anche in Portogallo e nel sud della Francia), e decine di migliaia di tori impietosamente torturati e uccisi.

L’aspetto più aberrante della corrida non risiede tuttavia nello spettacolo in sé, pur così raccapricciante e sanguinario, ma nella fase preparatoria che lo spettatore non vede. Cosa c’è di più vigliacco che infilzare il corpo dell’animale con aghi che vanno in profondità nelle carni, tali da provocargli dolori lancinanti ad ogni minimo movimento, o spalmargli vaselina negli occhi per renderlo quasi cieco, o ancora inserirgli paglia e stoppa nelle narici per non farlo respirare, infine percuotergli violentemente le reni con sacchi sabbia e limargli al vivo la punta delle corna, scoprendo il nervo, per rendergli dolorosissimo l’atto di incornare? Trattamenti studiati a tavolino, per demolire il toro prima del combattimento, e senza che il pubblico se ne accorga, facendo credere allo spettatore che l’animale sia nel pieno delle sue forze e delle sue facoltà.

La corrida è dunque uno ‘sport’ estremamente vigliacco, prima ancora che semplicemente crudele. Ogni anno l’interesse per questa forma di intrattenimento, benché sostenuta massicciamente dall’industria turistica, perde in popolarità. Nel 2008 si erano disputate 300 corride in meno dell’anno precedente, un dato decisamente rilevante.

In base ad un sondaggio Gallup dell’Ottobre 2006, il 72% degli spagnoli non mostra interesse per le corride (maggiore del 54% rispetto agli anni ’80); tale percentuale si attesta sull’80% tra gli intervistati fino a 30 anni di età, e scende al 60% per gi ultrasessantenni. Le nuove generazioni vedono questo spettacolo come una crudeltà inutile e totalmente estranea a concetti come cultura, tradizione o nobile passatempo, tanto sbandierati dalla stretta cerchia dei sostenitori della corrida, ma piuttosto come un retaggio del passato al quale è giunto il momento di mettere la parola fine.

Barcellona, città europea, moderna e all’avanguardia per molti aspetti che vanno dalle politiche sociali, all’arte e all’architettura, non a caso si è pronunciata più volte a favore della dismissione di questo macabro spettacolo, per lo meno nel proprio territorio (Catalogna). Nel 2004 un primo segnale da parte dell’amministrazione comunale, che deliberò in tal senso, e quest’anno, a marzo, una svolta che getta le basi per un cambiamento di portata storica.

toro corrida sangue
La corrida è dunque uno ‘sport’ estremamente vigliacco, prima ancora che semplicemente crudele. Fonte: OIPA Italia
Il fronte abolizionista spagnolo, che raccoglie l’adesione di moltissime associazioni animaliste e ambientaliste, è riuscito, partendo da una petizione popolare intitolata “BASTA!” ad ottenere dal parlamento catalano un primo parere favorevole per l’abolizione della corrida. La decisione parlamentare – che è solo la prima tappa di un iter in corso che prevede altre consultazioni – potrebbe innescare un vero e proprio effetto domino, estendendosi in buona parte della Spagna; sono circa 40 i comuni spagnoli, infatti, che si sono allineati alla posizione di Barcellona.

Ma se da una parte c’è Barcellona, dall’altra c’è Madrid. Quest’ultima, città tradizionalista, non ha tardato a reagire alle posizioni di Barcellona, dichiarando la corrida ‘bene di interesse culturale’, e richiedendo formalmente all’Unione Europea di inserirla nell’elenco dei patrimoni da preservare in virtù di una sua presunta valenza culturale, addirittura di portata europea.

Una manifestazione di grande rilievo si è tenuta giorni fa proprio nella roccaforte dell’arte taurina, Madrid, come protesta contro la richiesta avanzata a Bruxelles. Lo slogan dei manifestanti “tortura non è cultura” sintetizza il nocciolo del problema: al là della presunta tradizione, dell’aspetto folkloristico, di considerazioni economiche legate all’industria del turismo, ciò che è inaccettabile è il fatto che una pratica senz’altro cruenta, che fa sfoggio dell’utilizzo gratuito della forza e della coercizione su animali inermi, non può continuare ad essere presentata come ‘spettacolo tradizionale e manifestazione di cultura’.

manifesto anticorrida
In base ad un sondaggio Gallup dell’Ottobre 2006, il 72% degli spagnoli non mostra interesse per le corride. Fonte: OIPA Italia
Alcuni dicono “non entriamo nel merito di abolire o meno questo spettacolo, si decida per lo meno di non finanziarlo con il pubblico denaro”. Infatti la corrida, come tutte le attività che prevedono lo sfruttamento di animali, è estremamente dispendiosa, proprio per la necessità di mantenere i tori che devono essere “cresciuti” per ben 5 anni prima di poterli mandare al macello nell’arena, senza che questi nel frattempo producano alcun reddito!

Un indagine del Daily Mail rivela che l’Unione Europea destina circa 38 milioni di euro l'anno alle corride, con 235 euro l’anno incassati dagli allevatori per ogni toro. “Abbiamo cercato di fermare questi sussidi europei alla corrida spagnola, ma finora senza successo”, aveva dichiarato Neil Parish, eurodeputato e Presidente del Comitato Agricoltura del Parlamento Europeo. “Le tasse dei contribuenti europei non dovrebbero venire utilizzate per sostenere la corrida. E' uno spettacolo aberrante. Vorrei vederlo abolito, ma se non riusciamo a farlo, il minimo che l'UE possa fare è smettere di sostenerlo con sussidi”.

15 Aprile 2010 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
16/4/10 19:40, Giovanna Di Stefano ha scritto:
Il gruppo spagnolo SKA-P condanna la corrida de toros:

http://www.youtube.com/watch?v=V11IKuovQIQ

http://www.youtube.com/watch?v=H6mbF-15R0M&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=4JuBGzyV5OQ&feature=related
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