In seguito alla crescente pressione internazionale, il governo di transizione del Madagascar ha ripristinato il divieto di taglio di palissandro e la sua conseguente esportazione.
Il decreto (n. 2.010-141), che vieta tutte le esportazioni di palissandro e legnami preziosi per un minimo di due anni, è stato annunciato dal ministro dell'Ambiente, che ha dichiarato di aver già predisposto un piano per sconfiggere il commercio illegale di legname.
Con l'entrata in vigore del divieto di esportazione, resta incerto il destino delle 10.000-15.000 tonnellate di palissandro in attesa di esportazione. Le associazioni che si erano battute contro la ripresa delle esportazioni di legname illegale, hanno accolto con prudenza il provvedimento.
"La moratoria è una vittoria enorme sul fronte palissandro - ha dichiarato a Mongabay Derek Schuurman, del Madagascar Conservation Journal and TRAFFIC -. La protesta globale oltre a bloccare il commercio di palissandro, ne ha vietato il taglio e ha costretto il governo a prendere provvedimenti".
"C'è ancora molto da fare ... ma ci siamo riusciti al primo passo", ha aggiunto Lucienne Wilmé, scienziato francese impegnato nel monitoraggio del commercio palissandro.
La protesta è esplosa quando la società cargo francese Delmas ha ripreso il carico di legname da Vohemar, un porto nel nord-est del Madagascar, dove si trovano ancora ampie riserve di palissandro. Ecological Internet, un gruppo di cyberattivismo, ha ampliato una campagna email che ha inviato migliaia di messaggi di protesta, mentre i gruppi Global Witness e Investigation Agency (EIA) hanno lanciato un appello pubblico ai governi di Francia e Madagascar. La campagna ambientalista ha raggiunto la stampa nazionale e internazionale, convincendo il governo di transizione del Madagascar a sancire la moratoria sull'esportazione di legname.
Ma restano dubbi sulla reale intenzione dell'attuale governo - che ha preso il potere nel corso di un colpo di stato militare di un anno fa - di far rispettare efficacemente la moratoria: alcuni consiglieri di primo piano dell'amministrazione sono state collegate al commercio del legname.
Nel caos seguito al colpo di stato militare nel marzo scorso, le foreste pluviali del Madagascar sono state saccheggiate dei legni duri pregiati, tra cui palissandro ed ebano. Decine di migliaia di ettari sono stati danneggiati, anche nei parchi nazionali di Marojejy, Masoala, e Makira. Il disboscamento illegale ha alimentato anche lo sviluppo del commercio di selvaggina, di cui hanno fatto le spese migliaia di lemuri, finiti nei ristoranti. Il traffico di legname ha coinvolto bande armate che si sono impossessate di fette di territorio, soprattutto nei parchi nazionali, ai danni del turismo, una fonte fondamentale di reddito diretto e indiretto per molti malgasci.
Il rapporto di Investigation Agency e Global Witness
Terra il Pianeta Prezioso
Inquinamento, deforestazione, mutamenti climatici, animali in via di estinzione... proteggere la terra non... Continua... |
Sos Foreste
antichissime, immense, ospitali od ostili, protettive o pericolose, ma piene di vita e risorse per tutti.... Continua... |
1. il ruolo della società civile è più importante di quanto pensassi
2. il commercio illegale di legname non può essere fermato per legge(dunque vietandolo: è già illegale e vietato!!), ci deve essere la volontà di fare dei controlli nei "bottle necks" del tragitto commerciale: dogane, porti commerciali ecc.. un carico di legname illegale passa solo se chi controlla non VUOLE vederlo, mica te lo nascondi sotto la giacca!!